Ci sono zone dell’incendio che si riprenderanno in pochi mesi


Il direttore delle Emergenze del Cabildo de Gran Canaria, Federico Grillo, si è mostrato ottimista e ha assicurato che “non abbiamo perso il monte a Tenerife”

Federico Grillo, il Direttore delle Emergenze del Cabildo de Gran Canaria, ha confutato la “diffusa” convinzione che l’incendio stia devastando le montagne, affermando che nel caso di Tenerife “non è così”, e che vi saranno aree che si rigenereranno “in pochissimi mesi”.

Nel suo più recente intervento in qualità di analista dell’incendio boschivo dichiarato sull’isola il 15 agosto scorso, Federico Grillo ha riferito che c’è una convinzione errata riguardo alle zone montane colpite dal fuoco, che sembrano devastate, ma in realtà non lo sono.

Nel caso di Tenerife, un’isola antica che ha origini risalenti a circa 12 milioni di anni fa e che ha subito vulcani, fulmini, nevicate, inondazioni, tempeste di vento e incendi nel corso della sua storia, la vegetazione ha sviluppato adattamenti. Un esempio è il pino delle Canarie, una specie presente nelle isole da oltre 30 milioni di anni, sopravvissuta alle glaciazioni e che si è adattata bene all’ambiente.

Nei punti dove l’incendio ha generato alta intensità, si vedono le zone nere, dove le fiamme hanno generato un fuoco vigoroso e dove le cime dei pini sono bruciate, creando un’apertura che permetterà alla luce di penetrare e favorire la rigenerazione. Queste aree, sebbene danneggiate, sono soggette al rischio di erosione.

Poi ci sono le aree verdi, dove i danni sono stati minimi: le aghi sono stati bruciati, ma la parte superiore dei pini è rimasta intatta. In questi luoghi, gli aghi caduti creeranno una copertura che proteggerà il terreno dall’erosione.

Secondo Grillo, entro un mese o poco più, le parti nere e gialle perderanno le foglie. Tuttavia, quella gialla avrà ancora gli aghi a terra, fornendo una protezione maggiore contro l’erosione. Nel prossimo anno, entrambe le aree inizieranno a rigenerarsi, ma quella più danneggiata avrà una ripresa più difficile.

Grillo ha sottolineato che non si tratta di un devastante “megaincendio” che distrugge tutto con alta intensità. Circa il 40% dell’area colpita ha subito fuoco ad alta intensità, mentre il resto ha bruciato con intensità media o bassa.

Infine, Grillo ha incoraggiato a “interiorizzare” questi dati per evitare la sensazione di aver perso completamente le montagne. Ha rassicurato che le zone attraversate dall’incendio resteranno “addormentate, letargiche” per diversi mesi, emettendo occasionalmente fumo senza rappresentare un pericolo effettivo.


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