Cosa succede al contratto di affitto se la casa viene venduta?


Cosa succede al contratto di affitto se la casa viene venduta?

Il proprietario ha il diritto di vendere la sua casa ma deve rispettare una serie di regole se ha degli inquilini.

È importante sottolineare innanzitutto che il proprietario ha il diritto di vendere la casa di sua proprietà, ma è tenuto a seguire una serie di regole e procedure. Queste includono l’obbligo di notifica preventiva e il diritto di acquisto preferenziale dell’inquilino.

Qualora l’inquilino decida di non esercitare il proprio diritto di acquistare la casa, il proprietario può procedere con la vendita a terzi. Tuttavia, è importante ricordare che il proprietario non può costringere l’inquilino ad accettare visite da potenziali acquirenti.

Dopo la vendita di una casa, gli inquilini potrebbero sorgersi domande riguardanti lo stato del loro contratto di locazione e se saranno tenuti a lasciare l’immobile in seguito al cambio di proprietà. Secondo le informazioni fornite dal portale specializzato Fotocasa, ci sono quattro scenari possibili che delineano le possibili situazioni in cui proprietari e inquilini potrebbero trovarsi dopo la vendita della casa.

casa e contratto sono registrati nel registro immobiliare

La registrazione dei contratti di locazione presso l’anagrafe immobiliare offre numerosi vantaggi sia ai proprietari che agli inquilini. Nel caso in cui sia registrata sia l’abitazione che il contratto, l’inquilino avrà il diritto di rimanere nell’immobile affittato fino alla scadenza del contratto, indipendentemente dalla vendita della proprietà o dalla sua cessazione.

la casa è iscritta all’anagrafe, ma il contratto di affitto no 

Nel caso in cui il contratto di locazione non venga registrato, la sua validità può estendersi fino a 5 anni se il locatore è una persona fisica e fino a 7 anni se è una persona giuridica. Tuttavia, se il contratto supera tale periodo e giunge a scadenza, il nuovo proprietario sarà tenuto a subentrare fino alla stipula di un nuovo contratto. Durante questo periodo, solo il locatore originale sarà obbligato a mantenerlo fino alla scadenza dei 5 o 7 anni, risarcendo l’affittuario con un importo corrispondente a una rata mensile per ogni anno restante, come specificato dal portale.

Ad esempio, se il contratto ha una durata di 7 anni e il canone mensile è di 500 euro, il risarcimento dovrebbe ammontare a 1.000 euro (500 euro per ogni anno eccedente i 5).

Né la casa né il contratto sono registrati nel registro immobiliare

L’iscrizione delle abitazioni presso l’anagrafe immobiliare è generalmente la prassi comune, tuttavia esistono situazioni in cui ciò non avviene. Fotocasa spiega che in questi casi la Legge sulle locazioni urbane (LAU) fa riferimento al Codice Civile per stabilire le disposizioni relative agli affitti. Di conseguenza, il nuovo proprietario ha il diritto di recedere dal contratto di locazione a meno che non siano presenti clausole che ne impongano il rispetto.

In tal caso, l’affittuario sarà tenuto a lasciare l’abitazione previa comunicazione di 3 mesi, ma avrà diritto a un’indennità.

La casa ha un mutuo 

Nel caso in cui una casa sia gravata da un mutuo e il proprietario non sia in grado di soddisfare i pagamenti, la banca può procedere con il pignoramento e diventare il nuovo proprietario dell’immobile. Tuttavia, il contratto di locazione rimane valido, e in questa situazione il nuovo proprietario sarà rappresentato da una persona giuridica, poiché si tratta di un’istituzione bancaria. La durata del contratto di locazione può estendersi fino a 7 anni sotto la giurisdizione della legge.


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