10 motivi per NON trasferirsi a Tenerife
Tenerife è da anni una meta ambita per chi sogna di cambiare vita, attratto dal clima mite, dal costo della vita relativamente basso e da un ritmo quotidiano più lento rispetto alle grandi città europee. Tuttavia, dietro le cartoline di spiagge dorate e tramonti mozzafiato, si nascondono anche criticità che meritano un’attenta valutazione. Questo articolo presenta in modo strutturato i principali motivi per cui Tenerife potrebbe non essere la scelta giusta per tutti.
1. Opportunità lavorative limitate
Il mercato del lavoro locale è fortemente orientato al settore turistico e ai servizi connessi. Le opportunità professionali qualificate in ambiti come tecnologia, finanza, ingegneria, medicina o scienze sono richieste ma richiedono conoscenze linguistiche specifiche (spagnolo fluente e Inglese)
Gli stipendi medi sono rapportati al costo della vita e quindi più bassi rispetto alla media europea, rendendo difficile mantenere un tenore di vita elevato senza redditi esterni o forme di lavoro da remoto.
2. Infrastrutture e servizi pubblici non sempre adeguati
Sebbene Tenerife disponga di una ottima rete stradale e di due aeroporti, le infrastrutture pubbliche possono risultare insufficienti, a causa dell’elevato numero di persone che ci vivono e i turisti.
Problemi ricorrenti includono:
- Code e traffico intenso in orari di punta, soprattutto nella TF-1 e TF-5
- Sanità pubblica sotto pressione, con liste d’attesa lunghe per visite specialistiche
- difficolta a trovare parcheggio
3. Insularità e isolamento geografico
Tenerife si trova a oltre 2.000 km dalla Spagna continentale e a 4.000 dall’Italia. Questo fattore comporta:
- Tempi e costi di trasporto elevati, sia per merci che per persone
- Dover prendere un aereo per ogni spostamento
- Difficoltà logistiche per chi gestisce attività legate all’import-export
- Possibile percezione di isolamento a lungo termine, soprattutto per chi proviene da contesti metropolitani dinamici
4. Mercato immobiliare e turistificazione
L’aumento della domanda da parte di residenti stranieri, nomadi digitali e investitori ha comportato una pressione crescente sul mercato immobiliare.
Conseguenze osservabili:
- Prezzi in crescita, soprattutto nelle zone costiere e turistiche
- Difficoltà a trovare contratti di lungo termine a condizioni eque
- Proliferazione di alloggi turistici a discapito di quelli residenziali
- Gentrificazione in alcune aree (es. Los Cristianos, Las Americas, Adeje, Puerto de la Cruz)
5. Barriere linguistiche e culturali
Anche se molte persone parlano inglese nelle zone turistiche, per integrarsi nella vita locale è necessario parlare lo spagnolo, e spesso anche conoscere alcune varianti dialettali o usi tipici canari.
Ostacoli frequenti senza competenze linguistiche adeguate:
- Difficoltà nel trattare con la burocrazia
- Accesso limitato a servizi pubblici
- Barriere culturali nella vita sociale, scolastica e lavorativa
7. Adattamento climatico e stagionalità
Il clima subtropicale è un grande richiamo, ma non è privo di svantaggi:
- Escursioni termiche limitate: può risultare monotono per chi ama le stagioni
- Occasionale Calima (vento caldo e secco dal Sahara che trasporta polvere) che riduce la qualità dell’aria
- Acqua piovana scarsa al sud, con implicazioni sulla vegetazione e sulla sostenibilità idrica
8. Adattamento psicologico e traumi da espatrio
Un aspetto spesso sottovalutato riguarda l’adattamento emotivo e psicologico al trasferimento. Vivere su un’isola può generare forme di stress latente, nostalgia, frustrazione e sensazione di disconnessione dal proprio paese d’origine, specialmente nei primi mesi.
Manifestazioni comuni:
- Senso di solitudine o isolamento culturale
- Difficoltà nel costruire nuove relazioni sociali solide
- Crisi di identità personale o professionale
L’assenza di una rete di supporto locale o la difficoltà nell’integrarsi nel tessuto sociale può trasformare un sogno in un’esperienza psicologicamente destabilizzante. Questo fenomeno è amplificato se il trasferimento avviene in maniera improvvisata o idealizzata.
9. Complicazioni nella vita di coppia
Trasferirsi a Tenerife in coppia può rafforzare il legame, ma solo se entrambi i partner sono pienamente convinti e allineati nel progetto di vita. In caso contrario, emergono facilmente tensioni che possono sfociare in crisi di coppia.
Cause frequenti di conflitto:
- Divergenza di obiettivi (uno cerca relax, l’altro nuove opportunità professionali)
- Disparità nell’adattamento (uno si integra, l’altro fatica)
- Cambiamento di ruoli o perdita di punti di riferimento
- Solitudine dovuta all’assenza della propria rete sociale e familiare
Non è raro che un partner si senta “trascinato” dal sogno dell’altro, sviluppando nel tempo risentimento, disillusione o voglia di tornare indietro, con conseguenze anche gravi per la stabilità della relazione.
10. Necessità di un budget adeguato
Uno degli errori più comuni tra chi si trasferisce a Tenerife è sottovalutare il fabbisogno finanziario iniziale e la variabilità delle spese effettive rispetto alle aspettative. Nonostante l’isola abbia un costo della vita generalmente inferiore a molte città europee, trasferirsi qui in modo stabile e dignitoso richiede un budget adeguato, soprattutto nei primi 6-12 mesi di adattamento.
Spese iniziali da considerare:
- Deposito cauzionale e anticipo per l’affitto, anche se poi acquisterete la vostra casa un periodo in affitto è necessario per capire, conoscere e trovare la casa giusta
- Costi per il trasloco, l’arredamento o l’adattamento dell’alloggio
- Assicurazioni private e copertura sanitaria integrativa (necessaria in attesa dell’iscrizione al sistema pubblico)
- Spese burocratiche per la residenza, documentazione, traduzioni ufficiali
- Mezzo di trasporto proprio (spesso indispensabile fuori dalle aree urbane)
Inoltre, le entrate regolari possono tardare ad arrivare: trovare lavoro, avviare un’attività o stabilizzarsi con il lavoro da remoto richiede tempo. In assenza di un fondo economico di sicurezza, è molto facile incorrere in difficoltà finanziarie che costringono a rivedere la decisione e, in molti casi, a fare ritorno nel Paese d’origine, con tutte le conseguenze emotive, logistiche ed economiche che ne derivano.
Un trasferimento ben pianificato dovrebbe quindi prevedere un budget di sussistenza per almeno 6 mesi (ma meglio 12), oltre a un piano B chiaro. Senza una base economica solida, l’avventura a Tenerife rischia di trasformarsi in una parentesi frustrante anziché in un nuovo inizio.
I 10 motivi per non trasferirsi a Tenerife un’analisi realistica
Tenerife resta una destinazione con molti punti di forza, ma non è un paradiso adatto a tutti. Valutare attentamente le proprie esigenze personali, professionali e familiari è fondamentale prima di affrontare un trasferimento.
10 motivi per non trasferirsi a Tenerife