La Bce alza i tassi al 4,5%


La Banca Centrale Europea ha approvato questo 14 settembre un aumento dei tassi di interesse. Ciò porta il costo del denaro a i massimi storici e di conseguenza aumentano ancora anche i costi dei mutui

I segnali di rallentamento dell’economia europea non hanno fermato la Banca Centrale Europea (BCE), che giovedì ha annunciato un nuovo aumento dei tassi, il decimo consecutivo, portando il costo del denaro al 4,5%. Il Consiglio direttivo dell’istituto sta così inviando un messaggio forte contro l’inflazione, con l’obiettivo di mantenerla al di sotto del 2% nel medio termine. Con i prezzi dell’Eurozona che hanno raggiunto il 5,3% ad agosto e un’ulteriore inflazione “più persistente del previsto”, l’istituto guidato da Christine Lagarde ha scelto di aumentare nuovamente i tassi di un quarto di punto. La BCE avverte che i tassi “hanno raggiunto livelli che, se mantenuti abbastanza a lungo, contribuiranno in modo sostanziale a riportare l’inflazione all’obiettivo fissato dalla BCE”, ma senza chiudere la porta alla possibilità di ulteriori aumenti. “Continueremo a decidere in base ai dati”, ha concluso Lagarde.

Le tariffe, avverte l’istituto, rimarranno su livelli “sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario”. E le future decisioni della BCE saranno determinate dalle previsioni di inflazione, dal tasso sottostante, dalle stime dell’attività economica e dalla trasmissione della politica monetaria. “L’inflazione è stata ridotta alla metà rispetto a quanto era nell’ottobre 2022. Le nostre decisioni hanno avuto risultati. È sufficiente: non perché i prezzi restino a livelli eccessivamente alti, ma perché vogliamo rafforzare questo processo di riduzione”, ha affermato il presidente della BCE.

Prima di adottare la sua decisione, la sede della BCE a Francoforte era in fermento. “Ci siamo incontrati tutto il giorno ieri e oggi e siamo giunti a questa conclusione”, ha spiegato Lagarde, riconoscendo che ci sono state opinioni diverse tra i governatori delle banche dell’Eurozona. “Alcuni avrebbero preferito fare una pausa e riservare le decisioni future a quando ci saranno più certezze”, ha sottolineato. Nonostante tutto, sottolinea, c’è stata “una solida maggioranza” che ha scelto di alzare nuovamente i tassi.

Nel mese di settembre gli effetti degli aumenti dei tassi di interesse sono stati evidenti nell’economia europea. Questa stessa settimana, la Commissione Europea ha abbassato di tre decimi le sue previsioni economiche a causa del calo dei consumi interni e stima che l’Eurozona chiuderà il 2023 con un progresso dello 0,8%. L’impatto ha colpito soprattutto la Germania, che chiuderà l’anno con un calo del prodotto interno lordo (PIL) dello 0,4%.

Anche la BCE ha ridotto “significativamente” le sue previsioni economiche: sottolinea che le economie dell’euro avanzeranno dello 0,7% quest’anno, due decimi in meno rispetto a quanto calcolato a giugno; 1% nel 2024 (mezzo punto in meno); e 1,5% nel 2025 (con un taglio dello 0,1%). Per quanto riguarda l’inflazione, i prezzi dovrebbero rimanere più alti del previsto nel 2023, ad un tasso del 5,6%, per poi ridursi al 3,2% l’anno prossimo e al 2,1% nel 2025.

La Spagna ha l’inflazione più bassa

Questo nuovo aumento approvato dalla Banca Centrale Europea resuscita lo spettro della recessione economica. L’inflazione non smette di salire, anche se la Spagna con il 2,4% è la più bassa dell’Unione Europea, altri paesi come la Germania compaiono con il 6,4% o la Francia con un totale del 5,7% il cui costo della vita deve frenare.

Per questo motivo in questo incontro gli esiti sono stati imprevedibili e fino all’ultimo momento non è stato possibile conoscere la decisione presa dall’organismo presieduto da Christine Lagarde. 


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