Gli affitti sono più cari del 70% rispetto al nuovo riferimento del Governo


Gli affitti sono più cari del 70% rispetto al nuovo riferimento del Governo

Secondo il recente annuncio del governo statale, il nuovo sistema di riferimento per i prezzi degli affitti stabilisce che il costo di affitto per un appartamento leggermente più grande di 50 metri quadrati dovrebbe essere di circa 562 euro. Tuttavia, questa settimana, sullo stesso viale, il portale immobiliare Idealista ha pubblicato un annuncio per un appartamento delle stesse dimensioni al prezzo di 900 euro al mese, rappresentando una differenza del 60% tra i due valori.

Il sistema di riferimento statale per i prezzi degli affitti immobiliari tende a stimare costi inferiori rispetto a quelli pubblicati sui vari portali immobiliari, e questo risponde a una logica specifica. È stato creato dal governo spagnolo per stabilire importi massimi di affitto nelle aree indicate dalle comunità autonome come caratterizzate da un mercato residenziale in tensione. Queste sono le uniche zone in cui la Legge sul diritto all’abitazione prevede una regolamentazione dei prezzi degli affitti.

Entro queste specifiche delimitazioni, che possono variare da ambiti molto locali come i distretti censuari fino a quelli più estesi come i comuni, gli inquilini devono allocare almeno il 30% del loro reddito per l’affitto, oltre ai beni di prima necessità come acqua, elettricità e luce. La Commissione Europea e l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) riconoscono che superare questa percentuale rappresenta uno “sforzo extra” per le famiglie nel bilanciare le spese senza difficoltà finanziarie. Di conseguenza, la Legge sull’edilizia abitativa dell’Esecutivo nazionale utilizza questa soglia come criterio per la designazione delle aree stressate.

Gli affitti sono più cari del 70% rispetto al nuovo riferimento del Governo

L’indice concordato dal Ministero dell’Edilizia mira a ridurre i costi degli affitti attraverso un sistema che stabilisce un importo minimo e massimo. Per esempio, a Santa Cruz de Tenerife, Idealista ha pubblicato un annuncio per un appartamento in via Doctor Pisoca Fernández al prezzo di 850 euro al mese. Secondo il nuovo censimento statale, lo stesso appartamento dovrebbe avere un valore compreso tra 400 e 618 euro. Il proprietario potrebbe scegliere il prezzo più alto, ma questo sarebbe comunque inferiore al costo attuale.

Un’analisi condotta su 20 appartamenti, dieci nel capoluogo di Gran Canaria e altrettanti a Tenerife, dimostra che gli affitti nelle due principali città dell’Arcipelago sono in media più elevati del 70% rispetto al nuovo riferimento del Ministero dell’Edilizia. A Las Palmas de Gran Canaria, la percentuale raggiunge il 73%, mentre a Santa Cruz de Tenerife è del 66,4%. In due casi, la differenza di prezzo supera il 100%, più del doppio. Solo in un caso la variazione è inferiore al 25%. Gli annunci selezionati rappresentano quelli considerati più rilevanti da Idealista in ciascuna città, escludendo quelli privi di specifiche sulle ubicazioni.

I dati evidenziano che i proprietari di immobili in affitto alle Isole Canarie, per lo più sconosciuti, hanno fissato i costi degli affitti al di sopra delle possibilità di molti inquilini. Il Ministero ha chiarito che per compilare l’indice si sono utilizzati i prezzi degli affitti ottenuti dall’Agenzia delle Entrate dalle ultime dichiarazioni dei redditi presentate da circa due milioni di persone (88.100 solo nelle Isole Canarie), oltre a fonti come il catasto, l’Istituto Nazionale di Statistica (INE), la Banca di Spagna, il Collegio dei Registranti ed esperti del settore.

Nel caso in cui un comune ottenga la designazione di zona stressata (nessun comune delle Isole Canarie ha fatto richiesta), il sistema consente di imporre prezzi massimi in due modalità: quando l’abitazione non è stata affittata negli ultimi cinque anni, oppure quando il proprietario dell’appartamento possiede più di dieci immobili (considerato un grande proprietario), il valore massimo del contratto di locazione sarà quello dell’ultimo contratto firmato o quello fissato dall’indice di riferimento, se inferiore. Per le case già affittate, in caso di rinnovo del contratto o stipula di uno nuovo, l’importo massimo sarà pari al prezzo del contratto precedente.

Nell’Arcipelago, la questione degli affitti riflette un cambiamento nel regime di proprietà abitativa, passato dal 21,6% delle famiglie canarie nel 2004 al 30,9% nel 2022, secondo l’ultimo Reddito e Condizioni di Vita delle Case delle Canarie (EICVHC), pubblicato quest’anno. Si tratta di un aumento nell’accesso alla proprietà che è avvenuto dopo la crisi finanziaria e sanitaria. Con l’aumento della domanda e la limitata offerta, i prezzi hanno continuato a salire anno dopo anno. Nelle province di Las Palmas e Santa Cruz de Tenerife, il costo medio di un affitto nel 2015 era di 400 euro, mentre ora è di 500 euro, secondo l’indice del Ministero, rappresentando un aumento del 25%. In comuni come Puerto del Rosario (49,6%), La Oliva (40,5%), Arrecife (31,4%) o Mogán (29,4%), gli aumenti sono ancora più significativi.

Il fatto che il costo dell’affitto di una casa sia cresciuto in questo modo significa che almeno l’8,9% delle famiglie delle Canarie destinano il 30% o più del proprio reddito all’affitto. Condizioni di vita (ECV). Secondo i dati dell’anno scorso, questa circostanza si verifica in almeno dieci comuni delle Isole: La Oliva, Antigua, San Bartolomé de Tirajana, Mogán, Arico, Granadilla de Abona, San Miguel, Arona, Adeje e Puerto de la Cruz. Sono tutti turistici.


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