Zone a Basse Emissioni il Dietrofront della Francia e la Spagna?


Zone a Basse Emissioni il Dietrofront della Francia e la Spagna?

La recente decisione della Francia di eliminare le sue Zone a Basse Emissioni (LEZ, o Zones à Faibles Émissions, ZFE) ha destato sorpresa e acceso un vivace dibattito in tutta Europa. Le cosiddette Zone a Circolazione Limitata (ZCR) sono state ufficialmente abolite a seguito della risoluzione di una commissione speciale dell’Assemblea Nazionale. Questo sviluppo solleva interrogativi fondamentali anche in Spagna, dove l’attuazione delle LEZ è ancora in una fase iniziale ma obbligatoria a partire dal 1° gennaio 2024 per tutti i comuni con oltre 50.000 abitanti, secondo quanto previsto dal Real Decreto 1052/2022.

Il Caso Francese: Una Politica con Costi Sociali e Politici Elevati

In Francia, l’implementazione delle ZCR è iniziata nel 2019, per poi essere rafforzata dalla Legge sul Clima e la Resilienza del 2021, che ne ha esteso l’applicazione alle città con più di 150.000 abitanti e con livelli elevati di inquinamento atmosferico. Tuttavia, le ragioni alla base dell’abbandono di queste zone non sono state tecniche ma politiche e sociali.

Secondo molti cittadini e rappresentanti politici, le LEZ si sono rivelate misure escludenti, di difficile attuazione e con impatti sproporzionati sui gruppi più vulnerabili della popolazione. Le famiglie a basso reddito, in particolare, hanno subito gravi limitazioni alla mobilità per l’impossibilità di sostituire veicoli non conformi ai nuovi standard ambientali.

Il deputato Ian Boucard (Les Républicains) ha evidenziato che “migliorare la qualità dell’aria è un obiettivo condiviso, ma non può essere perseguito a costo dell’esclusione sociale”. Pierre Meurin (Rassemblement National) ha espresso un giudizio ancora più netto, definendo le LEZ “inutili”.

Nonostante alcuni miglioramenti misurabili della qualità dell’aria in città come Parigi e Lione, il costo politico di queste politiche è stato ritenuto eccessivo. La forte opposizione trasversale, da sinistra a destra, ha infine determinato un’inversione di rotta.

Spagna: Tra Obblighi Normativi e Incertezze Attuative

In Spagna, l’obbligo di istituire Zone a Basse Emissioni è stabilito per legge, ma la maggior parte delle città è ancora in una fase embrionale di implementazione. Molti comuni non hanno ancora definito chiaramente i criteri di accesso, né le modalità di controllo e sanzione, evidenziando ritardi nella pianificazione e una generale incertezza operativa.

Dal punto di vista politico, al momento sembra esserci un consenso diffuso tra amministrazioni di diversi orientamenti a favore dell’introduzione delle LEZ. Tuttavia, l’esperienza francese offre una lezione importante: politiche ambientali strutturali, se non accompagnate da misure di compensazione e inclusione sociale, possono generare rifiuto e fallire nei propri obiettivi.

Il Paradosso delle Etichette Ambientali per le Motociclette

Un punto particolarmente critico del sistema spagnolo riguarda l’etichettatura ambientale, soprattutto per i motocicli. La normativa vigente applica criteri omogenei a veicoli con caratteristiche molto diverse, generando evidenti incongruenze.

Ad esempio, uno scooter urbano come la Honda PCX 125, che emette appena 49 g/km di CO₂, riceve l’etichetta ambientale “C”, il che può limitarne la circolazione in alcune LEZ. Al contrario, una vettura come la Suzuki Swift 1.2 Mild Hybrid, con 98 g/km di CO₂, ottiene un bollino “ECO”, beneficiando di maggiori libertà di movimento.

Questo paradosso mette in luce una mancanza di proporzionalità e coerenza nel sistema attuale. Secondo ANESDOR, le motociclette Euro 5 e 5+ presentano emissioni notevolmente inferiori a molte automobili classificate come “ECO”, eppure continuano a essere penalizzate. Questo non solo è percepito come ingiusto dalla comunità motociclistica, ma contraddice gli stessi principi di sostenibilità che le LEZ dovrebbero promuovere.

Ripensare il Modello: Un’Occasione per l’Equilibrio tra Ambiente e Giustizia Sociale

La decisione francese offre l’opportunità di riconsiderare l’approccio alle politiche ambientali urbane. Le LEZ possono e devono essere strumenti efficaci per la riduzione dell’inquinamento atmosferico, ma devono anche rispettare principi di equità, proporzionalità e realismo socioeconomico.

La Spagna si trova oggi a un bivio: perseverare con un modello che rischia di ripetere gli errori della Francia, oppure avviare una revisione critica prima che le resistenze popolari ne compromettano l’efficacia e la legittimità.

Zone a Basse Emissioni il Dietrofront della Francia e la Spagna?

Le Zone a Basse Emissioni non devono trasformarsi in strumenti di esclusione o discriminazione, ma piuttosto diventare parte di una strategia integrata che contempli trasporti pubblici accessibili, incentivi equi alla mobilità sostenibile e criteri ambientali fondati su dati scientifici e coerenza tecnica.

Il caso francese dimostra che una transizione ecologica duratura non può prescindere dal consenso sociale. La Spagna ha ora l’opportunità di imparare da quell’esperienza e correggere la rotta, prima che sia troppo tardi.


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