In che zona avrà luogo la prossima eruzione a Tenerife?
L’imprevedibilità delle eruzioni vulcaniche
Prevedere quando e dove si verificherà la prossima eruzione vulcanica è una sfida complessa, resa ancora più ardua in un’isola con un sistema vulcanico unico e articolato come quello di Tenerife. Con pochi riferimenti di vulcanismo recente e una storia geologica che si sviluppa su migliaia di anni, tentare di rispondere alla domanda che ogni tinerfeño si è posto almeno una volta nella vita – “dove avverrà la prossima eruzione?” – è come lanciare i dadi. Tuttavia, grazie alla ricerca scientifica, è possibile individuare le aree con maggiore probabilità di attività eruttiva. Secondo gli studi più recenti, la zona più a rischio si trova nell’ovest dell’isola, lungo la dorsale di Abeque.
La dorsale di Abeque: il principale punto caldo dell’isola
Il Piano di Azione Insulare per il Rischio Vulcanico (PAIV), redatto nel 2018, identifica la dorsale di Abeque – che si estende dal Teide fino al massiccio di Teno – come l’area con la maggiore pericolosità vulcanica dell’isola. Questa zona è stata la più attiva negli ultimi 2.000 anni, con almeno cinque eruzioni storiche di tipo stromboliano caratterizzate da colate basaltiche simili a quelle della recente eruzione del Tajogaite a La Palma nel 2021.
Secondo Nerea Martín, geografa e membro della Cattedra di Riduzione dei Rischi di Disastri e Città Resilienti dell’Università di La Laguna (ULL), “questa dorsale è stata la più attiva di Tenerife negli ultimi 20.000 anni”. L’analisi dei dati geologici e sismici conferma che la dorsale di Abeque rappresenta la zona più probabile per una futura eruzione.
Analisi scientifica del rischio
Per giungere a queste conclusioni, i ricercatori hanno combinato diverse fonti di dati:
- Studi pregressi, tra cui quello dell’Istituto Geologico e Minerario di Spagna (IGME) del 2006.
- Analisi della sismicità recente e delle eruzioni avvenute negli ultimi 2.000 anni.
- Densità e distribuzione dei coni vulcanici più giovani.
Tuttavia, il rapporto PAIV del 2018 non tiene conto delle più recenti osservazioni sismiche, poiché all’epoca non era ancora emersa una tendenza chiara nell’attività vulcanica dell’isola.
Eruzioni storiche e impatti locali
La dorsale di Abeque ha ospitato alcune delle eruzioni più emblematiche di Tenerife:
- Montaña Negra (1706): la colata lavica raggiunse Garachico, distruggendo il principale porto commerciale del nord di Tenerife e causando una grave crisi economica.
- Chinyero (1909): ultima eruzione registrata sull’isola, durata nove giorni, con un impatto limitato. La lava si fermò prima di raggiungere Santiago del Teide. Secondo la tradizione locale, la processione religiosa con un’immagine della Vergine fermò miracolosamente la colata lavica, evento commemorato da una croce posizionata davanti alla colata stessa.
Il rischio attuale: più della sola lava
Il problema principale non è solo il punto in cui emergerà un nuovo cono vulcanico, ma anche il percorso che la lava potrebbe seguire fino alla costa. I comuni situati sui versanti della dorsale di Abeque – Santiago del Teide, Buenavista del Norte, Garachico e Icod de los Vinos – sono considerati tra le zone più a rischio.
Tuttavia, la lava non è l’unico pericolo. L’eruzione del Tajogaite a La Palma ha dimostrato che un vulcano può provocare:
- Incendi boschivi, a causa della pioggia di lapilli e delle bombe vulcaniche.
- Contaminazione delle falde acquifere, attraverso il degassamento.
- Piogge di cenere, con il rischio di esplosioni freatiche se la lava raggiunge il mare.
Altre aree a rischio eruttivo
Sebbene la dorsale di Abeque sia l’area con la maggiore probabilità di eruzione, il PAIV ha individuato altri tre settori critici:
- Parco Nazionale del Teide: sede dell’eruzione del Chahorra (Narices del Teide, 1798), durata tre mesi senza impatti diretti sulla popolazione.
- Nord di Tenerife (San Juan de La Rambla, Los Realejos, La Orotava, Puerto de la Cruz): sebbene qui si siano verificate solo cinque eruzioni negli ultimi 6.000 anni, le colate laviche sono state voluminose e distruttive.
- Dorsale di La Esperanza: attiva in passato, ma con minore probabilità di future eruzioni rispetto ad Abeque.
L’incertezza della previsione vulcanica
Negli ultimi anni, l’Istituto Geografico Nazionale (IGN) ha rilevato un aumento della sismicità nel cuore dell’isola, accompagnato da variazioni nelle emissioni di gas e da una leggera deformazione del terreno (circa 1 cm). Tuttavia, gli scienziati escludono la possibilità di un’eruzione nel breve o medio termine.
Itahiza Domínguez, direttore dell’IGN, sottolinea: “Abbiamo solo 20 o 25 anni di dati sismici, è difficile sapere con certezza cosa sta succedendo. Non è mai stata monitorata un’eruzione a Tenerife”.
Un sistema vulcanico unico al mondo
Tenerife possiede un sistema vulcanico straordinario, con un’elevazione di oltre 7.000 metri dal fondale oceanico e una complessa struttura geologica:
- Massicci vulcanici antichi: Teno, Anaga, Adeje.
- Dorsali vulcaniche attive: Abeque, La Esperanza.
- Vulcani esplosivi periferici: Montaña de Guaza, Caldera del Rey, Montaña Pelada.
- Campi vulcanici recenti: Granadilla, Rasca.
- Stratovulcano Teide-Pico Viejo, con una propria camera magmatica.
Nemesio Pérez, coordinatore scientifico di Involcan, ha spiegato che “il sistema idrotermale dell’isola sembra essere in fase di pressurizzazione dal 2016, ma non si può ancora associare a un’intrusione magmatica”.
In conclusione, sebbene la scienza abbia individuato le aree più a rischio, la previsione esatta di un’eruzione a Tenerife rimane un enigma irrisolvibile.