Associazione Alquiler Vacacional chiede di ritirare il progetto di legge
L’Associazione Canaria degli Alquiler Vacacional (Ascav) ha richiesto giovedì al Governo delle Isole Canarie di ritirare il progetto di Legge sull’Utilizzo Turistico Sostenibile degli Alloggi, al fine di concordare un testo condiviso. Secondo Ascav, la soluzione risiede nel “dialogo reciproco e nella comprensione”, e non solo nel rispetto della procedura formale.
In un comunicato, Ascav ha ricordato che il 20 aprile “una folla è scesa in strada per esprimere il proprio malcontento” e ha sottolineato che la soluzione non è “accendere ulteriori dibattiti polarizzanti che mettono in conflitto residenti e turisti”. Ha poi chiesto chi possa non essere d’accordo con le richieste espresse dalle migliaia di persone scese in piazza.
Dal 20 ottobre, queste richieste saranno ripetute e intensificate, ha aggiunto, e si rischierà di trasmettere nuovamente l’immagine di una destinazione “antituristica e ostile”, anche se questo non corrisponde alla realtà. Secondo le previsioni, infatti, le proteste non hanno avuto alcun impatto sul flusso turistico, che continua a stabilire record e dovrebbe raggiungere i 18 milioni di visitatori quest’anno. Inoltre, Ascav ha ribadito che le manifestazioni non erano dirette contro i turisti o l’industria turistica in sé, ma contro un modello di sviluppo che privilegia il numero di visitatori a discapito della qualità della vita dei residenti, come denunciato da vari movimenti locali.
Ascav ha accusato il governo di non aver preso misure per manifestare la propria preoccupazione verso la società o per prevenire nuove tensioni, sostenendo che “ancora una volta si fa finta di niente, come se il problema si risolvesse da solo”. Inoltre, ha criticato il progetto di legge, affermando che “tutta la colpa per la gentrificazione, la turistificazione e la turismofobia nelle Isole Canarie viene attribuita agli alloggi per vacanze”, e che il regolamento ha avuto l’effetto opposto rispetto a quanto previsto.
Con tono critico, Ascav ha sottolineato che il problema non deriva dalla “mancanza di costruzione di alloggi protetti per i residenti vicino alle aree turistiche”, costretti a vivere in periferie sempre più isolate. Ha poi fatto riferimento ai “beni tossici” salvati con fondi pubblici durante la crisi economica, che non sono mai stati resi disponibili a chi ne aveva più bisogno.
Inoltre, Ascav ha criticato la continua distruzione del territorio e l’espansione delle multinazionali alberghiere, sostenute da sussidi pubblici, e ha lamentato l’inquinamento delle coste dovuto agli scarichi non trattati. Ha evidenziato le condizioni di lavoro ineguali nel settore turistico, la povertà e le disuguaglianze sociali che affliggono le Isole Canarie, sottolineando che questi problemi non possono essere imputati unicamente agli alloggi per vacanze.
La soluzione alla crisi abitativa e ai problemi strutturali, ha affermato Ascav, non può risiedere nel colpevolizzare gli affitti turistici, ma dovrebbe considerare fattori come la crescita demografica e la presenza di case vuote. Ha inoltre denunciato che il vero obiettivo è soddisfare le richieste delle lobby alberghiere, che chiedono di eliminare i nuovi modelli di ospitalità.
Ascav ha poi sollevato dubbi sulla capacità di trovare soluzioni condivise senza egoismi politici e ha proposto di garantire affitti a prezzi di mercato per i residenti delle Canarie, al fine di recuperare il 40% delle case in affitto perdute. Infine, ha criticato il governo per aver speso milioni in iniziative inefficaci, chiedendo invece l’apertura di un tavolo di dibattito per discutere il modello turistico delle Canarie.
In conclusione, Ascav ha ribadito la necessità di un dibattito approfondito e di soluzioni a breve e medio termine che non penalizzino le famiglie locali con leggi emergenziali. Ha criticato il divieto degli “Estate”, un prodotto turistico di successo che ha contribuito alla conservazione del patrimonio e che rischia di essere ceduto a investitori stranieri, come già accaduto in passato.