L’omicidio di John Palmer e il suo legame con Tenerife
Il caso di John Palmer un omicidio irrisolto
L’omicidio di John “Goldfinger” Palmer, avvenuto nel Regno Unito nel 2015, continua a essere oggetto di indagini internazionali. Palmer, noto per il suo coinvolgimento nella celebre rapina alla Brink’s Mat del 1983 e per la gestione di un vasto impero legato alla multiproprietà, aveva stretti legami con le Isole Canarie, in particolare con Tenerife, dove svolgeva gran parte delle sue attività commerciali e finanziarie.
Nel giugno 2015, Palmer fu assassinato nella sua residenza nell’Essex, colpito da diversi colpi di arma da fuoco. Inizialmente, la sua morte fu erroneamente attribuita a cause diverse, fino a quando l’autopsia non rivelò la vera causa: un omicidio su commissione, presumibilmente orchestrato da organizzazioni criminali con cui aveva avuto rapporti.
La rapina alla Brink’s Mat: il punto di svolta
Quarant’anni fa, il 26 novembre 1983, la rapina alla Brink’s Mat sconvolse il Regno Unito e il mondo criminale. Un gruppo di sei uomini della gang di South London fece irruzione nel deposito numero 7 vicino all’Aeroporto di Heathrow, aspettandosi di trovare banconote, ma invece si imbatté in un bottino straordinario: 26 milioni di sterline in lingotti d’oro, diamanti e platino, equivalenti a oltre 116 milioni di euro attuali.
Il colpo, noto come “la rapina del secolo”, portò alla diffusione dell’oro rubato attraverso una vasta rete criminale. John Palmer ebbe un ruolo chiave nella fusione e nel riciclaggio di questo oro, guadagnandosi il soprannome di “Goldfinger”. La sua collaborazione con Kenneth Noye, incaricato di riciclare il bottino, rafforzò la sua posizione nel mondo del crimine organizzato e lo spinse a espandere i suoi affari nelle Isole Canarie.
I legami con Tenerife e le attività illecite
Le autorità britanniche, seguendo varie piste investigative, hanno individuato in Tenerife uno dei centri operativi chiave delle attività di Palmer. Qui, l’ex gangster gestiva un vasto giro d’affari legato alla multiproprietà, un settore in cui erano stati denunciati numerosi casi di frode.
Nel maggio 2015, poche settimane prima della sua morte, la polizia spagnola intercettò comunicazioni tra Palmer e i suoi collaboratori nelle Isole Canarie, rivelando attività sospette di frode e riciclaggio di denaro. Tra gli individui coinvolti figurava Richard Cashman, un ex socio di Palmer, che nel 2019 è stato condannato da un tribunale di Madrid per frode e riciclaggio legati agli affari della multiproprietà a Tenerife.
Il modus operandi di Palmer e della sua rete prevedeva l’uso di strategie aggressive per convincere ignari turisti a investire in multiproprietà con promesse ingannevoli e contratti capestro. Molti acquirenti scoprivano solo dopo l’acquisto che gli immobili non erano disponibili come promesso o che le condizioni erano ben diverse da quelle prospettate.
L’indagine internazionale: il coinvolgimento di un sicario estone
Man mano che le indagini sull’omicidio di Palmer avanzavano, è emerso un possibile collegamento con il sicario estone Imre Arakas, noto come “Il Macellaio”. Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico The Sun, Arakas sarebbe stato ingaggiato per eliminare Palmer su ordine di ex soci coinvolti nel giro della multiproprietà.
Le autorità britanniche, in collaborazione con l’Interpol e le forze di polizia lituane, hanno indagato su questo legame, sospettando che l’omicidio possa essere stato commissionato dal cartello criminale irlandese Kinahan, attivo in diverse aree d’Europa, tra cui la Spagna. Sebbene Arakas sia attualmente detenuto in Lituania e neghi ogni coinvolgimento, le prove raccolte suggeriscono che l’omicidio di Palmer sia stato un’operazione orchestrata da individui con interessi nel suo impero della multiproprietà.
Le truffe sulla multiproprietà: un sistema criminale diffuso
Le truffe legate alla multiproprietà sono diffuse e sfruttano il desiderio di molte persone di possedere un alloggio per le vacanze a costi contenuti. Sebbene la multiproprietà sia un sistema legale e regolamentato in molti paesi, gruppi criminali ne hanno abusato attraverso diversi schemi fraudolenti:
- Vendita ingannevole: vengono promessi immobili di lusso o in posizioni privilegiate che in realtà non esistono o non sono disponibili alle condizioni offerte.
- Pressione all’acquisto: vengono impiegate tecniche di vendita aggressive durante riunioni o viaggi promozionali, inducendo le vittime a firmare contratti senza comprenderne appieno le condizioni.
- False promesse di rivendita: vengono contattati proprietari di multiproprietà con offerte di vendita vantaggiose, ma viene richiesto un pagamento anticipato per commissioni fittizie.
- Offerte di cancellazione fraudolente: alcune aziende si spacciano per consulenti legali, promettendo di annullare contratti di multiproprietà dietro pagamento di ingenti somme, senza mai fornire il servizio promesso.
- Difficoltà nell’uso dell’immobile: i proprietari scoprono di non poter accedere alla proprietà nei periodi desiderati a causa di sovrapposizioni di prenotazioni o di costi di manutenzione sproporzionati e obbligatori.
L’omicidio di John Palmer e il suo legame con Tenerife
Nonostante fosse stato assolto nel 1987 dall’accusa di furto dei lingotti d’oro della Brink’s Mat, John Palmer continuò a costruire un impero basato su attività illecite, con Tenerife come uno dei suoi principali centri operativi. La sua influenza nel settore della multiproprietà e le sue connessioni con il crimine organizzato lo hanno reso un bersaglio pericoloso, culminando nel suo omicidio, che rimane ancora oggi un caso irrisolto.
L’omicidio di Palmer rappresenta un esempio di come il crimine organizzato possa intrecciarsi con il business e la finanza internazionale, utilizzando schemi sofisticati per accumulare ricchezze illecite. La continua indagine delle autorità dimostra quanto fosse vasta la rete di Palmer e come il suo impero abbia lasciato tracce indelebili nel mondo della criminalità finanziaria.