Le Canarie hanno un limite nuove proteste a maggio


Le Canarie hanno un limite nuove proteste a maggio

Un anno dopo la storica mobilitazione del 20 aprile 2024, il movimento “Canarias Tiene Un Límite” annuncia nuove proteste per maggio 2025

A un anno esatto dalla manifestazione del 20 aprile 2024, che ha visto la partecipazione di centinaia di migliaia di persone nelle otto isole dell’Arcipelago Canario sotto lo slogan “Las Canarias tienen un límite”, il movimento cittadino omonimo torna a farsi sentire, annunciando una nuova ondata di mobilitazioni per il mese di maggio 2025. In una dichiarazione diffusa martedì, gli attivisti denunciano la persistente inattività delle istituzioni, sottolineando come, nonostante l’imponente partecipazione popolare dello scorso anno, la situazione sociale e ambientale dell’Arcipelago sia ulteriormente peggiorata.

Secondo quanto riportato nel comunicato, il modello economico basato sul turismo di massa continua a produrre effetti deleteri sull’equilibrio territoriale e sulla qualità della vita dei residenti. Il movimento accusa le istituzioni, e in particolare il Governo delle Canarie, di non aver adottato alcuna misura significativa per affrontare quella che viene definita come un’autentica emergenza multidimensionale, che coinvolge aspetti ambientali, abitativi, sociali ed economici.

“Nonostante l’enorme mobilitazione dello scorso aprile, il Governo delle Canarie ha dimostrato una totale mancanza di volontà politica: non sono stati aperti canali di dialogo concreti e nessuna delle richieste avanzate dalla società civile ha ricevuto risposte adeguate”, si legge nella nota ufficiale del movimento.

Il documento evidenzia un peggioramento generalizzato di diversi indicatori critici: la crescente pressione turistica, la crescente inaccessibilità degli alloggi per la popolazione locale, il fenomeno della speculazione edilizia, l’aumento delle disuguaglianze sociali e il progressivo degrado del patrimonio naturale dell’Arcipelago.

Alla luce di questo scenario, il movimento conferma il proprio ritorno nelle strade di Tenerife e invita le altre isole a unirsi alla mobilitazione. L’obiettivo dichiarato è promuovere un profondo ripensamento del modello socioeconomico attuale, orientandolo verso principi di radicamento territoriale, sostenibilità ambientale, solidarietà, cooperazione sociale e tutela del diritto di residenza per i cittadini delle Canarie.

Il portavoce del movimento, nel ribadire il carattere emergenziale della situazione, ha dichiarato:

“La dipendenza dal turismo non solo è aumentata, ma ha aggravato problemi già esistenti. Oggi, gli alloggi sono ancora più inaccessibili, i tassi di povertà ed esclusione sociale continuano a crescere, il nostro patrimonio naturale è soggetto a un’erosione sempre più rapida, e i macroprogetti al servizio della speculazione internazionale proseguono indisturbati. Abbiamo superato ogni limite. Se le istituzioni non intervengono, lo farà il popolo”.

La manifestazione di maggio a Tenerife, già confermata, sarà sostenuta da una rete ampia e articolata di realtà associative e collettivi impegnati nella difesa ambientale e dei diritti sociali. Tra i promotori e sostenitori figurano:

  • Save La Tejita
  • Coordinadora El Rincón – Ecologistas en Acción
  • Save El Puertito
  • Save Tenerife
  • Save Fonsalía
  • Asociación Tinerfeña de Amigos de la Naturaleza (ATAN)
  • Fundación Canaria Telesforo Bravo – Juan Coello
  • Grupo de Ornitología e Historia Natural de las Islas Canarias (GOHNIC)
  • Asociación para la Conservación de la Biodiversidad Canaria (ACBC)
  • Asamblea en Defensa de Nuestra Tierra (ADNT)
  • Asociación Abeque
  • Colectivo Ambiental Tabona
  • Islas en Resistencia
  • SEO/BirdLife
  • Kellys Union Tenerife

Questa nuova mobilitazione si presenta come un ulteriore momento di presa di coscienza collettiva e di pressione istituzionale. Il messaggio finale è chiaro e diretto:

“Las Islas Canarias no se venden” – Le Isole Canarie non sono in vendita.


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