20.000 Vivienda Vacacional in meno per il timore della nuova legge


20.000 Vivienda Vacacional in meno per il timore della nuova legge

Ascav denuncia un’anomalia nel Registro degli Affitti Turistici: oltre 19.000 abitazioni iscritte risultano inattive

L’Associazione Canaria degli Affitti per Vacanze (Ascav) ha reso noto che oltre 19.500 immobili registrati come alloggi turistici (Vivienda Vacacional)nelle Isole Canarie risultano attualmente non operativi. L’organizzazione attribuisce tale fenomeno all’“effetto annuncio” generato dalla proposta del nuovo disegno di legge del Governo regionale in materia di regolamentazione del settore degli affitti brevi.

Secondo i dati pubblicati dall’Istituto Canario di Statistica (ISTAC) e aggiornati ad aprile 2025, risultano attivi 49.840 immobili ad uso turistico su tutto l’arcipelago. Tuttavia, il registro ufficiale del Governo delle Canarie ne contabilizza 69.372. Il divario di 19.532 unità rappresenta, secondo Ascav, una discrepanza significativa e preoccupante che evidenzia un’ondata di registrazioni prive di riscontro nell’attività effettiva.

Accuse di manipolazione dei dati e richiesta di sospensione delle registrazioni

Ascav denuncia che questo incremento anomalo e repentino delle registrazioni non operative non è casuale, ma risponderebbe a una strategia deliberata per gonfiare artificialmente i numeri del settore. Secondo l’associazione, l’obiettivo sarebbe quello di giustificare l’introduzione di normative più restrittive e contribuire a costruire un’immagine distorta e negativa degli affitti per vacanze agli occhi dell’opinione pubblica.

In risposta a tale situazione, Ascav ribadisce di aver già richiesto formalmente la sospensione temporanea delle nuove registrazioni, proponendo un’azione preventiva fino a quando non sarà chiarita l’effettiva portata del fenomeno e garantita la trasparenza del registro ufficiale.

Incertezza normativa e fuga dal mercato residenziale

Oltre al timore di un irrigidimento normativo a livello regionale, l’associazione collega il fenomeno anche alla crescente insicurezza giuridica derivante dalla recente approvazione della nuova legge statale sull’edilizia abitativa. Tale contesto avrebbe indotto numerosi proprietari ad abbandonare temporaneamente o definitivamente il mercato degli affitti residenziali, registrando gli immobili come case vacanza “a titolo precauzionale” o valutando la conversione degli stessi all’uso turistico, in attesa di un quadro normativo più chiaro.

Effetti sul mercato degli affitti a lungo termine

Secondo Ascav, la presenza di circa 19.000 immobili registrati come case vacanza ma di fatto inattivi equivale a quasi la metà delle 40.000 abitazioni che hanno lasciato il mercato degli affitti a lungo termine negli ultimi anni nelle Isole Canarie. Tale riduzione dell’offerta residenziale viene indicata come uno dei fattori che hanno contribuito alla crescente pressione sui canoni di locazione e all’aggravarsi della crisi abitativa.

Un appello alla responsabilità: il settore come parte della soluzione

In conclusione, Ascav contesta apertamente la narrazione dominante che individua negli affitti turistici la principale causa delle distorsioni nel mercato immobiliare regionale. Secondo l’associazione, attribuire la crisi abitativa al settore degli affitti brevi non solo è scorretto, ma rischia di penalizzare ingiustamente migliaia di famiglie canarie, piccoli proprietari, microimprese e operatori economici che trovano in questo modello una fonte essenziale di reddito e occupazione.

L’organizzazione denuncia inoltre un clima di crescente ostilità istituzionale, interpretato come una forma di persecuzione nei confronti del comparto extralberghiero, in favore di altri segmenti dell’industria turistica tradizionale. Per questo motivo, Ascav chiede un cambio di paradigma: il riconoscimento del ruolo strategico che gli affitti per vacanze possono svolgere nell’equilibrio del sistema abitativo e turistico regionale, non come problema da contenere, ma come elemento integrante di una soluzione sostenibile e plurale.

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