Tenerife punta all’autonomia nelle telecomunicazioni dopo il blackout
Sebbene il blackout che lunedì scorso ha interessato ampie aree della penisola iberica e del sud della Francia non abbia colpito direttamente l’arcipelago delle Canarie, le isole hanno comunque registrato conseguenze significative, in particolare sul piano delle telecomunicazioni. A differenza del sistema elettrico, che è autonomo, la rete telefonica e dati delle Canarie dipende in larga parte da infrastrutture situate nella penisola spagnola. Questa dipendenza si è rivelata un punto critico in occasione dell’interruzione, causando rallentamenti e disservizi.
Una dipendenza strategicamente rischiosa
La vulnerabilità emersa ha riacceso il dibattito sulla necessità di rafforzare l’autonomia tecnologica dell’arcipelago. Le Canarie, infatti, sono collegate al continente tramite cavi sottomarini, attraverso i quali avviene il traffico dati e voce. Tuttavia, il nodo centrale che gestisce tale traffico si trova sulla terraferma: se questo nodo subisce un’interruzione, come avvenuto durante il recente blackout, le conseguenze si estendono anche alle isole.
Secondo Juan José Martínez, assessore all’Innovazione del Cabildo di Tenerife, questo assetto centralizzato rappresenta un rischio non trascurabile. In un’intervista rilasciata ad Atlántico Hoy, Martínez ha spiegato che la creazione di nodi locali da parte degli operatori di telecomunicazioni permetterebbe di garantire la continuità del servizio almeno a livello intra-arcipelago, anche in caso di guasti o blackout sulla terraferma.
La proposta del Cabildo di Tenerife: nodi locali nel D-ALiX
Per mitigare questa dipendenza, il Cabildo di Tenerife ha avanzato una proposta concreta: sollecitare gli operatori di telefonia a installare nodi di interconnessione direttamente sull’isola. L’iniziativa, promossa dalla presidente del Cabildo Rosa Dávila, prevede l’organizzazione di un incontro con i principali operatori del settore per discutere la fattibilità del progetto. L’obiettivo è chiaro: garantire la sovranità tecnologica dell’arcipelago in materia di telecomunicazioni.
La sede proposta per l’installazione di tali nodi è il D-ALiX, il centro dati avanzato dell’Istituto Tecnologico ed Energetico di Tenerife (ITER), una struttura d’eccellenza che gode di piena autonomia energetica grazie alle sue fonti rinnovabili. Questa caratteristica rappresenta un vantaggio strategico, poiché consente di assicurare il funzionamento continuo dei nodi anche in caso di interruzioni esterne. Secondo Martínez, l’investimento richiesto agli operatori sarebbe contenuto, con la prospettiva di costi di gestione inferiori nel lungo periodo.
Interconnessione già presente, ma non sufficiente
È importante sottolineare che le isole Canarie sono già interconnesse tra loro mediante una rete di cavi sottomarini, il che consente il mantenimento di una certa capacità operativa autonoma. Tuttavia, l’assenza di nodi locali impedisce di sfruttare pienamente tale infrastruttura in caso di disconnessione dal continente. La creazione di un hub insulare non solo rafforzerebbe la resilienza del sistema, ma rappresenterebbe anche un passo fondamentale verso l’indipendenza operativa dell’arcipelago nel settore delle telecomunicazioni.
Tenerife punta all’autonomia nelle telecomunicazioni dopo il blackout, verso un nuovo modello di resilienza digitale
La proposta del Cabildo rappresenta una risposta concreta a una vulnerabilità strutturale che, sebbene nota da tempo, è stata drammaticamente evidenziata dal recente blackout. L’iniziativa, ora accelerata dalle circostanze, mira a promuovere un’infrastruttura distribuita, resiliente e capace di garantire continuità di servizio anche in condizioni critiche.
Il dialogo avviato con gli operatori sarà determinante per valutare la sostenibilità economica e tecnica del progetto. Tuttavia, l’intenzione delle autorità insulari è chiara: costruire un’infrastruttura di telecomunicazioni moderna, indipendente e all’altezza delle sfide digitali del presente e del futuro.
Tenerife punta all’autonomia nelle telecomunicazioni dopo il blackout