Tenerife cerca la sovranità energetica con la geotermia, i progetti
Le esplorazioni verranno effettuate in tre aree e i lavori saranno finanziati al 50% con fondi del Ministero della Transizione Ecologica e della Sfida Demografica; ITER fissa una probabilità di successo quasi al 60% e si sta valutando un futuro impianto che avrà un budget di circa 170 milioni
Un partenariato pubblico-privato costituito dal Cabildo di Tenerife e dalla società Disa si impegnerà a investire fino a un massimo di 86 milioni di euro per condurre indagini in tre aree dell’isola al fine di sviluppare l’energia geotermica.
I particolari del progetto, programmato per avviarsi nel 2025 con previsione di ottenere i primi risultati entro la fine di quell’anno, sono stati presentati durante una conferenza stampa tenutasi martedì. Tra i partecipanti all’evento figuravano la presidente del Cabildo, Rosa Dávila; il ministro dell’Innovazione, della Ricerca e dello Sviluppo, Juan José Martínez; il direttore di DISA Renovables, Joaquín Gurriarán; e il direttore dell’area Ambiente dell’Istituto Tecnologico delle Energie Rinnovabili (ITER), Nemesio Pérez.
Dávila ha commentato sul social network
La metà dell’investimento, pari a 43,1 milioni di euro, sarà finanziata tramite gli aiuti erogati dall’Istituto per la Diversificazione e il Risparmio Energetico (IDAE) del Ministero della Transizione Ecologica e della Sfida Demografica, mentre il restante 25% sarà coperto sia dal Cabildo che dalla società stessa. Quest’ultima precisazione è stata fornita dalla società isolana, la quale ha anche specificato che potrebbe non essere necessario completare l’intero investimento se le prime fasi mostreranno esiti positivi.
Complessivamente, saranno esplorate tre aree che coprono oltre 150 chilometri quadrati, distribuite ad ovest, sud e centro dell’isola, precisamente nei comuni di Arico, Fasnia, La Orotava, Buenavista del Norte, Garachico, Guía de Isora, Icod de los Vinos, Santiago del Teide, Los Silos, El Tanque, Adeje, Arona, Granadilla, San Miguel e Vilaflor.
Una “avventura”, senza certezze, per raggiungere “l’indipendenza energetica”
Dávila ha detto che si tratta di una “avventura” in cui il Cabildo si imbarca come “politica futura” per contribuire a rendere l’isola “sostenibile al 100%” e con un’energia “stabile e pulita” che dia più “garanzia di continuità” al sistema rispetto al fotovoltaico e al solare.
Ha sottolineato che l’isola si trova in un “momento cruciale” della sua storia per raggiungere l’indipendenza energetica e ha apprezzato che il consorzio abbia prevalso sulle grandi multinazionali nella concessione degli aiuti – ha catturato più dell’85% dei fondi dato che Repsol ha mantenuto poco più di cinque milioni–.
Nemesio Pérez ha sottolineato che ogni sondaggio costa circa dieci milioni di euro e sarà esplorato fino a un massimo di 2,5 chilometri, un’operazione che, secondo la sua spiegazione, non danneggerà né le falde acquifere dell’isola né l’ecosistema (il diametro è inferiore a 50 centimetri ).
È stato evidenziato che le Isole Canarie rappresentano la regione con il maggiore potenziale geotermico in Spagna, con Tenerife che si distingue come l’isola con il maggiore potenziale, con una probabilità di trovare una risorsa sfruttabile che si avvicina al 60%.
“Non possiamo essere certi, ma ciò che intendiamo fare è rispondere alla domanda se questa risorsa è sfruttabile, dato che da oltre 40 anni parliamo di una risorsa sotterranea”, ha commentato.
Pérez ha ribadito l’importanza di gestire attentamente il rischio e ha evidenziato che, ad esempio, la costruzione di un impianto da 20 megawatt di energia geotermica produrrebbe “lo stesso” risultato di un impianto fotovoltaico da 100 megawatt.
In merito all’energia geotermica, è stato sottolineato il suo costo competitivo e la sua impronta di carbonio inferiore rispetto all’energia solare fotovoltaica, occupando anche meno spazio territoriale, il che è particolarmente vantaggioso per le Isole Canarie, date le loro limitate dimensioni.
Il coordinatore dell’Istituto Vulcanologico delle Canarie (Involcan) ha citato le Azzorre come esempio di “successo”, poiché l’energia geotermica contribuisce già oltre al 40% alla produzione elettrica dell’isola.
Juan José Martínez ha indicato che questo “è il progetto con il maggiore impatto per il futuro dell’isola” perché permette di avanzare verso l’obiettivo della sovranità energetica e comporterà un “risparmio” sulla bolletta dei combustibili fossili dato che l’energia geotermica “fornisce sostegno al sistema, è sempre lì”, a differenza del vento e del sole.
Ha ammesso che le scadenze per giustificare l’aiuto “sono un po’ giuste” ma capisce che è possibile che il ministero arbitra una proroga e hanno anche l'”esperienza” di Involcan nei suoi studi in superficie.
Se si potrà sfruttare la risorsa geotermica, il Cabildo ha già in mente la costruzione di una centrale geotermica, di almeno 30 megawatt, dal costo approssimativo di 170 milioni.
Joaquín Gurriarán ha indicato che questo progetto è “molto rilevante” per il suo gruppo e sono “entusiasta” perché “è tempo di scommettere su progetti di transizione”, e ancor più sulle isole vulcaniche dove l’80% della produzione di elettricità è costituita da combustibili fossili. e importato. “Questa è un’opportunità per mitigare i gas serra”, ha aggiunto.
In questo senso, ha insistito sul fatto che il progetto “è un’opportunità” perché attraverso “energia sostenibile e conveniente” si abbasserà il tasso di produzione di elettricità, e allo stesso tempo ha avanzato che ci sono “due anni di ricerca molto intensa” e di “piena collaborazione” con il Cabildo.
Se i sondaggi avranno successo, ha indicato che l’impatto delle altre energie rinnovabili sarà “moltiplicato per quattro”.