Posso continuare a lavorare e percepire la pensione?
Pensione attiva e pensionamento posticipato: nuove opportunità introdotte dalla riforma previdenziale
Con l’entrata in vigore delle ultime misure previste dalla recente riforma delle pensioni, cambiano significativamente le regole relative all’accesso e alla gestione della pensione per coloro che desiderano continuare a lavorare anche oltre l’età pensionabile ordinaria. Le novità si concentrano su due strumenti principali: la pensione attiva e il pensionamento posticipato, entrambi finalizzati ad aumentare la sostenibilità del sistema previdenziale e a fornire maggiori opportunità di scelta ai lavoratori.
1. Cos’è la pensione attiva
La pensione attiva consente ai lavoratori che abbiano raggiunto l’età pensionabile legale, ma scelgano di proseguire l’attività lavorativa, di percepire una parte della pensione unitamente al reddito da lavoro. Questa possibilità è subordinata alla condizione che il lavoratore posticipi l’accesso alla pensione almeno di un anno rispetto alla prima data utile prevista per il pensionamento ordinario.
Requisiti di accesso
- È necessario aver maturato almeno 15 anni di contributi.
- Possono accedere sia i lavoratori dipendenti del settore privato che i lavoratori autonomi.
- È compatibile con qualsiasi tipologia di impiego: a tempo pieno, parziale, oppure autonomo.
- Esclusione: i dipendenti pubblici non possono usufruire della pensione attiva.
Percentuali di pensione erogata
La quota di pensione percepibile aumenta progressivamente in funzione degli anni di posticipo:
- 1 anno di posticipo: 45% della pensione
- 2 anni: 55%
- 3 anni: 65%
- 4 anni: 80%
- Dal 5° anno in poi: 100% della pensione
Inoltre, per ogni ulteriore anno intero di lavoro, la quota può aumentare di un ulteriore 5%, fino a raggiungere e superare — nei limiti consentiti dalla legge — l’importo massimo pensionabile.
Lavoratori autonomi con dipendenti
Un regime agevolato è previsto per gli autonomi che hanno alle proprie dipendenze almeno un lavoratore subordinato:
- Nei primi tre anni: accesso al 75% della pensione.
- Dal quarto anno in avanti: accesso al 100% della pensione.
Limitazioni
- L’importo percepito non tiene conto delle integrazioni al minimo, ma include eventuali maggiorazioni per maternità e per riduzione delle disuguaglianze di genere.
- I contributi versati durante la pensione attiva non incrementano la base contributiva ai fini del calcolo pensionistico né danno diritto a un supplemento per pagamento ritardato.
2. Compatibilità con il pensionamento posticipato
Un’importante novità introdotta dalla riforma è la possibilità di combinare la pensione attiva con il pensionamento posticipato. Questa opzione consente al lavoratore di:
- Ritardare l’accesso alla pensione ordinaria, incrementando così l’importo della pensione futura.
- Accedere successivamente alla pensione attiva e continuare a lavorare, percependo parte della pensione aumentata.
Incentivi per il pensionamento posticipato
Chi sceglie di posticipare il pensionamento può accedere a tre tipologie di incentivi alternativi:
- Aumento percentuale della pensione
- +4% per ogni anno intero di contributi oltre l’età legale.
- Dal secondo anno: periodi superiori ai 6 mesi e inferiori a un anno danno diritto a un ulteriore +2%.
- Il totale percepibile (pensione + aumento) non può superare la pensione massima prevista.
- Somma forfettaria (una tantum)
- Calcolata in base all’importo della pensione e agli anni di contribuzione.
- Varia indicativamente da 4.900 € a 12.000 €.
- Combinazione dei due meccanismi
- Su richiesta, l’Istituto di Previdenza Sociale può proporre un sistema misto che combina le due opzioni precedenti.
3. Considerazioni sull’età e sulla permanenza nel mercato del lavoro
Dal 2027, l’età pensionabile ordinaria sarà fissata a 67 anni, salvo il caso in cui il lavoratore abbia maturato più di 38 anni e mezzo di contributi, nel qual caso potrà accedere alla pensione già a 65 anni.
Per accedere al 100% della pensione attiva, sarà necessario posticipare il pensionamento di almeno 5 anni rispetto all’età legale. Ciò significa che, nella maggior parte dei casi, si dovrà lavorare fino ai 72 anni per poter percepire contemporaneamente l’intero importo della pensione e il reddito da lavoro.
Tuttavia, è importante evidenziare che numerosi contratti collettivi di lavoro nel settore privato prevedono clausole di risoluzione automatica del contratto al compimento dei 68 anni, rendendo di fatto difficile la permanenza nel mercato del lavoro oltre tale soglia. In questo contesto, i lavoratori autonomi appaiono maggiormente avvantaggiati, poiché, mantenendo l’attività autonoma attiva, possono beneficiare pienamente delle nuove misure, migliorando contestualmente il proprio reddito e la pensione futura.
Posso continuare a lavorare e percepire la pensione?
La nuova normativa previdenziale amplia in modo significativo la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro, incentivando la longevità lavorativa e offrendo opportunità concrete di miglioramento del trattamento pensionistico per coloro che scelgono di lavorare oltre i limiti ordinari. L’efficacia di queste misure sarà strettamente legata alla possibilità effettiva di restare occupati in età avanzata e alla capacità del sistema economico e occupazionale di assorbire e valorizzare le competenze dei lavoratori senior.
Per valutare la convenienza di ciascuna opzione, è consigliabile utilizzare i simulatori previdenziali ufficiali o richiedere una consulenza professionale personalizzata.