Le Canarie le meno esposte ai dazi statunitensi
Le Isole Canarie: la regione spagnola meno vulnerabile ai dazi statunitensi
Secondo un rapporto pubblicato da Gestha, l’associazione dei tecnici del Ministero delle Finanze spagnolo, le Isole Canarie risultano essere la comunità autonoma spagnola meno esposta alle conseguenze economiche derivanti dalla politica protezionistica adottata dall’amministrazione statunitense guidata da Donald Trump. In particolare, solo l’1,2% del totale delle esportazioni canarie è destinato al mercato degli Stati Uniti, una percentuale che conferma la marginalità dell’arcipelago in questo contesto specifico.
Contesto nazionale: esposizione moderata della Spagna alla guerra commerciale
A livello nazionale, Gestha sottolinea come la Spagna presenti una dipendenza commerciale relativamente contenuta dagli Stati Uniti. Nel dettaglio, le esportazioni di beni verso il mercato statunitense rappresentano il 4,4% del totale delle vendite spagnole all’estero, un dato che l’organizzazione considera “molto moderato”. Sul fronte opposto, le importazioni di prodotti provenienti dagli Stati Uniti costituiscono il 4,8% degli acquisti totali effettuati dalla Spagna, contribuendo a limitare l’esposizione del paese a eventuali impatti negativi derivanti da escalation tariffarie.
Nonostante questi numeri indichino una bassa vulnerabilità complessiva, Gestha avverte che l’eventuale adozione di contromisure da parte dell’Unione Europea in risposta alle misure statunitensi potrebbe comportare un aumento dei costi dei beni importati dagli USA, con possibili ripercussioni su settori selezionati.
Bilancia commerciale sfavorevole per la Spagna
Nel 2024, la Spagna ha registrato una bilancia commerciale negativa nei confronti degli Stati Uniti. Le importazioni di beni statunitensi hanno raggiunto un valore complessivo di 360.369 milioni di euro, a fronte di esportazioni pari a 271.805 milioni di euro. Ne deriva un disavanzo commerciale di 88.564 milioni di euro a sfavore della Spagna, che evidenzia la posizione di netta importatrice rispetto agli Stati Uniti.
Impatto disomogeneo a livello territoriale
L’impatto dei dazi non si distribuisce uniformemente sul territorio spagnolo. Le regioni più esposte, ossia quelle con la maggiore incidenza di esportazioni verso gli Stati Uniti, sono:
- Paesi Baschi: 6,9%
- Comunità Valenciana: 6,6%
- Andalusia: 5,8%
- La Rioja: 5,2%
- Comunità di Madrid: 5,1%
- Asturie: 4,7%
Queste comunità autonome, in virtù della maggiore integrazione commerciale con il mercato statunitense, sono potenzialmente più vulnerabili all’introduzione di tariffe e restrizioni.
Le Canarie le meno esposte ai dazi statunitensi: posizione marginale nel commercio con gli USA
All’estremo opposto dello spettro si trovano le Isole Canarie, la cui esposizione agli scambi con gli Stati Uniti è estremamente contenuta. Con appena l’1,2% delle esportazioni dirette verso il mercato statunitense, l’arcipelago risulta tra le regioni meno colpite, quasi del tutto al riparo dagli effetti diretti delle politiche tariffarie americane. In una situazione analoga si collocano:
- Aragona: 1,7%
- Castiglia e León: 1,8%
- Estremadura: 1,8%
Questi dati riflettono una struttura economica regionale orientata verso altri mercati di riferimento, limitando l’impatto di eventuali tensioni commerciali transatlantiche.