Il comune di Tenerife in cui convivono 124 nazionalità
La globalizzazione, più che un fenomeno astratto, è ormai una realtà tangibile che modella spazi urbani e dinamiche sociali. In alcuni luoghi del mondo, i confini geografici, culturali e linguistici tendono a sfumare fino quasi a scomparire, trasformando i territori in specchi viventi in cui si riflettono le trasformazioni planetarie. Le Isole Canarie, per posizione geografica, vocazione turistica e contesto geopolitico, rappresentano una di queste enclave, dove l’identità locale si arricchisce del contributo di centinaia di culture. Tra queste, spicca un comune in particolare.
Un crocevia di continenti
In questo territorio affacciato sull’oceano, condividere lo spazio pubblico — una strada, un parco, un bar o un marciapiede — con persone provenienti dai cinque continenti è un’esperienza quotidiana tanto naturale quanto la vista del mare. Adeje è oggi un esempio emblematico di società interculturale avanzata, dove la diversità non solo è tollerata, ma valorizzata come motore di sviluppo sociale, economico e culturale.
Un polo attrattivo a livello globale
La Spagna continua ad attrarre migliaia di persone da tutto il mondo, grazie a fattori quali la stabilità istituzionale, il clima mite, un buon livello di sicurezza e un’elevata qualità della vita. Le aree turistiche, in particolare, registrano un flusso costante di nuovi residenti: tra queste, le Isole Baleari, la costa mediterranea e soprattutto le Canarie. In questo contesto, Adeje si distingue come uno degli epicentri più dinamici del cambiamento demografico in corso.
Secondo i dati dell’anagrafe comunale, Adeje ospita cittadini di 124 nazionalità diverse. La comunità italiana, con oltre 7.300 residenti, è oggi la più numerosa — superando nettamente quella britannica, storicamente predominante. L’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea (Brexit) ha determinato un calo significativo dei residenti britannici, oltre la metà dei quali ha lasciato la zona negli ultimi anni.
Oltre a italiani e britannici, Adeje è casa per consistenti comunità di russi (2.017), rumeni, tedeschi, venezuelani, e numerosi altri gruppi culturali. Spiccano inoltre presenze provenienti da paesi ben più lontani e meno rappresentati sulla scena migratoria europea, come Kirghizistan, Bhutan, Burkina Faso e Giappone. La presenza — seppur numericamente esigua — di cittadini giapponesi e burkinabé sottolinea la vocazione autenticamente globale di questo territorio.
Una “Torre di Babele” armoniosa
La straordinaria eterogeneità culturale non ha dato origine a tensioni sociali rilevanti, bensì a un ambiente inclusivo dove la convivenza pacifica è il tratto distintivo. Manuel Luis Pérez, portavoce e consigliere della presidenza del Comune di Adeje, riassume così la situazione: “Tutti dovrebbero guardare ad Adeje e vedere come conviviamo bene, senza problemi, con così tante nazionalità diverse.”
Questa coesistenza virtuosa non è frutto del caso. È sostenuta da una politica locale attivamente impegnata nel promuovere l’inclusione, la partecipazione e il dialogo interculturale. Manifestazioni multiculturali, come il recente incontro della comunità indù, che ha riunito oltre 2.000 persone di diverse origini, testimoniano il costante impegno dell’amministrazione nel rafforzare i legami tra le diverse comunità residenti.
Cultura, religioni e visioni del mondo: un mosaico che funziona
Ad Adeje si incontrano quotidianamente visioni del mondo diverse, religioni eterogenee e tradizioni millenarie. Eppure, non si registrano conflitti di rilievo. Questa realtà è resa possibile da una combinazione di fattori: una popolazione generalmente aperta all’accoglienza, un tessuto economico fortemente connesso al turismo internazionale e un’amministrazione comunale capace di riconoscere e valorizzare le differenze come risorse.
Il comune di Tenerife in cui convivono 124 nazionalità
Adeje rappresenta oggi uno dei modelli più interessanti di integrazione e convivenza interculturale nell’Europa meridionale. Un microcosmo globalizzato che, senza perdere il suo carattere locale, accoglie e armonizza un caleidoscopio umano fatto di lingue, costumi e identità. In un’epoca segnata da polarizzazioni e chiusure, Adeje offre una testimonianza concreta di come la diversità possa essere non solo compatibile con la coesione sociale, ma addirittura una sua condizione essenziale.