Dichiarazione dei Redditi 2023 scadenze e novità


Dichiarazione dei Redditi 2023 scadenze e novità

La campagna fiscale del 2023 sarà avviata il prossimo mercoledì, 3 aprile, e si protrarrà fino al 1 luglio. Quest’anno, sono state introdotte importanti modifiche nella tassazione dei redditi, con una riduzione delle imposte per i redditi da lavoro bassi e un aumento per i redditi elevati derivanti da capitali.

OBBLIGO DI DICHIARARE

Nella campagna fiscale del 2023, saranno obbligati a presentare una dichiarazione i contribuenti con redditi da lavoro che superano i 22.000 euro per un singolo contribuente o 15.000 euro per più contribuenti, oltre ad altri casi specifici. Questa obbligazione riguarda anche tutti i percettori del reddito minimo vitale (IMV), sebbene non debbano necessariamente pagare le tasse su tali risorse, e i contribuenti che hanno operato come lavoratori autonomi in qualsiasi momento del 2023.

TERMINE ULTIMO PER LA PRESENTAZIONE

A partire dal 3 aprile, è possibile accedere alla bozza e presentare la liquidazione dell’IRPEF online utilizzando sia il programma Redditi Web che l’applicazione mobile dell’Agenzia delle Entrate. È necessario identificarsi tramite certificato elettronico, numero di riferimento o PIN Cl@ve.

La presentazione della dichiarazione via telefono sarà disponibile a partire dal 7 maggio, mentre quella di persona presso gli uffici sarà possibile dal 3 giugno. La scadenza per la presentazione è fissata per il 1 luglio in tutti i casi, salvo per coloro che optano per il pagamento tramite addebito diretto, per i quali la dichiarazione dovrà essere consegnata entro il 26 giugno.

RIDUZIONE PER I REDDITI BASSI

Dichiarazione dei Redditi 2023 scadenze e novità: nel corso del 2023, i redditi bassi hanno beneficiato di una riduzione fiscale, con l’aumento dell’esenzione minima da 14.000 a 15.000 euro e l’incremento delle detrazioni per i redditi da lavoro inferiori a 21.000 euro lordi. Queste modifiche saranno principalmente applicate tramite ritenute alla fonte.

Parimenti, i lavoratori autonomi in regime modulare potranno richiedere un’ulteriore riduzione del reddito netto del 5% (per un totale del 10%) nell’anno fiscale 2023. Coloro che operano in regime di stima diretta semplificata potranno usufruire di una riduzione delle spese del 7%, anziché del 5%, escludendo le franchigie difficilmente giustificabili.

Nel corso del 2023, le aliquote per i redditi da capitale più elevati aumenteranno, con un’aliquota del 27% per i redditi compresi tra 200.000 e 300.000 euro (un punto in più rispetto all’anno precedente) e un’aliquota del 28% per i redditi superiori a 300.000 euro (un aumento di due punti percentuali).

DETRAZIONI


Tra le novità introdotte nella campagna fiscale del 2023, spicca l’introduzione di una nuova detrazione del 15% per l’acquisto di un nuovo veicolo elettrico plug-in destinato all’uso non commerciale, con un limite massimo di 20.000 euro, e per l’installazione di sistemi di ricarica delle batterie, anch’essa del 15% con un limite massimo di 4.000 euro. È condizione necessaria che tali investimenti siano effettuati dopo il 30 giugno.

Continua a essere in vigore la detrazione per interventi finalizzati al miglioramento dell’efficienza energetica delle abitazioni principali o in affitto, che ammonta fino al 40% dell’investimento, purché comporti una riduzione della domanda di riscaldamento e raffrescamento di almeno il 7%. Nel caso in cui tali interventi coinvolgano un intero edificio residenziale, la detrazione è aumentata al 60%.

Il limite dei contributi deducibili ai piani pensionistici rimane stabilito a 1.500 euro per i piani individuali e a 8.500 euro per quelli aziendali. Tuttavia, nel caso dei piani aziendali, ora il lavoratore può contribuire in misura superiore rispetto all’azienda, secondo specifici coefficienti. Il limite massimo complessivo resta fissato a 10.000 euro.

Un’altra novità riguarda l’estensione della detrazione maternità, che ora è disponibile anche per le madri disoccupate o che si iscrivono alla Previdenza Sociale dopo il parto. Inoltre, è stata estesa la detrazione per le spese sostenute per l’asilo nido fino a un massimo di 1.000 euro all’anno, anche se il centro non ha caratteristiche educative.


Lingua/ Idioma/ Language»