Decreto de vivienda in attesa di un accordo con il governo centrale
Il decreto Decreto de vivienda in attesa di un accordo con il governo sulle misure urgenti in materia abitativa del Governo delle Isole Canarie è in attesa di un accordo con il Governo centrale per evitare di ricorrere alla Corte Costituzionale. Come pubblicato a fine giugno nella Gazzetta Ufficiale, la Commissione Bilaterale tra la Comunità Autonoma e lo Stato ha accettato di avviare i negoziati su diversi articoli del decreto in cui vi sono discrepanze ed è stato nominato un gruppo di lavoro per trovare soluzioni. Il Ministero delle Politiche Territoriali e della Memoria Democratica, guidato da Ángel Víctor Torres, ha affermato a questo giornale che la volontà è sempre quella di raggiungere accordi.
Nell’annuncio della BOC si menziona che le differenze tra i due governi riguardano gli articoli quattro, cinque, sei, nove, dieci, 17, 22 e 24, nonché la prima e la terza disposizione aggiuntiva.
In particolare, le discrepanze riguardano gli articoli relativi alle abitazioni protette. Ad esempio, il decreto consente che gli alloggi protetti promossi pubblicamente possano essere costruiti senza necessità di modificare la pianificazione, generando disaccordo. Inoltre, l’articolo quinto autorizza la costruzione di alloggi protetti promossi privatamente su terreni destinati a impianti, anche se gli strumenti urbanistici non prevedono tale destinazione.
Altre discrepanze emergono nella sezione che tratta la compatibilità tra uso residenziale e turistico. L’articolo nove prevede che i terreni edificabili organizzati con uno o più appezzamenti non edificati, dove la pianificazione urbanistica comunale ammette l’uso misto turistico-residenziale, siano destinati interamente a uso residenziale, a condizione che almeno un terzo della superficie edificabile sia destinata alla costruzione di alloggi protetti promossi privatamente.
L’articolo dieci stabilisce che la densità massima sarà di una abitazione ogni 60 metri quadrati di superficie edificabile destinata a usi residenziali, con almeno il 10% dell’edificio destinato ad usi diversi da quello residenziale, come esercizi pubblici, amministrativi, commerciali, sportivi, didattici o socioculturali.
Un altro paragrafo controverso afferma che qualsiasi strumento urbanistico può stabilire le condizioni necessarie per la costruzione di alloggi, e sottolinea che l’applicazione delle misure contenute nel decreto, in base alla dichiarazione di emergenza abitativa dell’articolo due, non è soggetta a valutazione ambientale per la loro finalità, per le circostanze eccezionali che li giustificano e perché si tratta di azioni di piccola entità e impatto soggette a licenza.
Il patrimonio di appartamenti sociali nelle Isole Canarie rappresenta meno dell’1% delle 820.000 case costruite nella Comunità Autonoma, secondo un rapporto del Consiglio Provinciale. Gli esperti hanno inoltre ricordato che il decreto promuove le costruzioni senza studi di impatto ambientale in un territorio che sente sempre più la pressione umana.
Altri disaccordi tra il governo delle Canarie e quello centrale sugli alloggi Questo decreto legge non è l’unico tema abitativo su cui si sono scontrati il governo delle Isole Canarie e lo Stato.
Il governo ha ritenuto che questa legge invada le competenze regionali in aspetti come la gestione del patrimonio edilizio pubblico o dei grandi inquilini. Inoltre, sostiene che la sua strategia abitativa, cioè la combinazione del decreto legge sulle misure urgenti e della futura legge sugli alloggi per le vacanze, sia più efficace della dichiarazione delle zone stressate.