Analisi sulla vivienda vacacional
Il Colegio Oficial de Economistas ha recentemente presentato un rapporto che evidenzia un dato significativo riguardante il settore delle case vacanza (Vivienda Vacacional): la maggior parte di queste proprietà è detenuta da piccoli e medi proprietari. Lo studio fornisce una visione chiara della distribuzione della proprietà nel mercato delle case vacanza, sfatando l’idea che questo settore sia dominato da grandi investitori o gruppi immobiliari.
Secondo il rapporto, la concentrazione delle Vivienda Vacacional tra piccoli e medi proprietari potrebbe essere spiegata dalla natura stessa dell’investimento, che spesso offre una fonte aggiuntiva di reddito per le famiglie e i proprietari individuali. Questa distribuzione suggerisce che molti proprietari utilizzano le proprie risorse personali per l’acquisto e la gestione di tali immobili, invece di far parte di grandi operazioni speculative. Inoltre, i piccoli proprietari tendono a gestire direttamente le proprie proprietà o affidarsi a società di gestione locali, sostenendo così l’economia locale.
Il rapporto sottolinea anche che, nonostante la crescita del mercato degli affitti brevi e delle piattaforme digitali che facilitano queste transazioni, non si osserva una concentrazione massiva del mercato nelle mani di grandi investitori. Al contrario, il mercato delle case vacanza rimane piuttosto frammentato, con una vasta rete di piccoli e medi imprenditori immobiliari che giocano un ruolo cruciale nell’offerta complessiva di alloggi per turisti.
Il rapporto del Colegio Oficial de Economistas mette in luce una realtà economica che può avere importanti implicazioni per la regolamentazione del settore e per le politiche abitative locali, suggerendo che eventuali normative dovrebbero tener conto della predominanza di piccoli e medi proprietari nel settore delle case vacanza.
Il settore delle case vacanza alle Isole Canarie contribuisce al 3% del Prodotto Interno Lordo (PIL), con un’ampia offerta di appartamenti e ville riconvertite che, nell’89% dei casi, sono possedute da piccoli e medi proprietari. Questa tipologia di alloggio rientra in un mercato extra-alberghiero che rappresenta il 53,47% dell’offerta turistica, superando ormai quella alberghiera, che si attesta al 46,53%.
Queste cifre equivalgono a un contributo di 1.726 milioni di euro all’economia delle Canarie e al 7,68% del PIL del turismo. I dati dimostrano che le case vacanza costituiscono una nicchia di mercato in crescita e sempre più rilevante per l’economia regionale, sostenendo in particolare il reddito di numerose famiglie locali.
Questo è quanto emerge dal rapporto “Un approccio alla realtà economica delle case per vacanze”, elaborato dal Collegio Ufficiale degli Economisti di Las Palmas e presentato dal preside Alcibiades Trancho Lemes e da Rosa Rodríguez Díaz, dottore in Scienze Economiche e Aziendali e coordinatrice dello studio.
Nel presentare il rapporto, il preside ha sottolineato che rinunciare a questo tipo di alloggi significherebbe perdere una parte di turisti che preferiscono queste strutture rispetto a quelle tradizionali. Per tale motivo, il rapporto verrà sottoposto al Governo delle Canarie, che sta lavorando a una regolamentazione di questo settore.
Tuttavia, secondo le conclusioni del Collegio degli Economisti, la legge in preparazione – il progetto di legge sulla gestione sostenibile dell’uso turistico degli alloggi – non è giustificata. Rodríguez Díaz, coordinatrice dello studio, afferma che “i proprietari non dovrebbero essere penalizzati” dalla nuova normativa.
Il disegno di legge, secondo gli economisti, adotta un approccio generalizzato che non tiene conto delle peculiarità di ciascuna isola, ad eccezione delle isole verdi, dove esistono solo case vacanza e nessun albergo. Allo stesso modo, “non si può penalizzare le case vacanza di Tejeda o di Artenara”, situate in comuni che non rientrano nelle zone turistiche tradizionali.
Rodríguez aggiunge che nei comuni turistici è stato concesso lo sfruttamento privato di appartamenti e ville destinati al mercato turistico, ma all’interno di un sistema di gestione specifico. La domanda che solleva è perché i governi precedenti abbiano permesso l’iscrizione di queste strutture nel registro delle case vacanza, sebbene tale pratica fosse illegale. Rodríguez conclude affermando che, applicando correttamente le leggi esistenti, non è necessaria una nuova normativa, accusando i governi e i comuni di aver consentito tale situazione.