L’incendio di Arafo continua “fuori controllo” e interessa già 1.800 ettari a Tenerife


L’incendio boschivo, dichiarato nella notte di martedì nel comune di Arafo a Tenerife, continua a divampare “fuori controllo” dopo aver già devastato 1.800 ettari di territorio. Nel frattempo, le squadre di spegnimento lavorano incessantemente per impedire che le fiamme si propaghino verso il nord dell’isola. Queste informazioni sono state comunicate mercoledì sera dal presidente delle Canarie, Fernando Clavijo, in una conferenza stampa tenutasi dopo una riunione di coordinamento, quasi ventiquattro ore dopo l’inizio dell’incendio.

L’area interessata dall’incendio copre i comuni di Arafo e Candelaria, oltre alle zone limitrofe di Santa Úrsula e La Victoria, nella parte settentrionale dell’isola. “La situazione non è affatto positiva. Non siamo riusciti a contenere l’incendio nonostante l’intervento delle risorse aeree”, ha affermato Clavijo, riferendosi al fatto che le fiamme continuano a sfuggire al controllo e gli sforzi di spegnimento procedono con difficoltà.

La complessa orografia del terreno sta ostacolando i lavori di estinzione. Inoltre, c’è preoccupazione per l’incremento delle temperature previsto per la prossima domenica, insieme a una diminuzione dell’umidità. Queste condizioni non favorirebbero lo spegnimento completo delle fiamme.

Fino a questo momento, l’incendio non ha oltrepassato il crinale, nonostante siano stati eseguiti evacuazioni preventive. Sebbene vi sia la possibilità che le fiamme si propaghino occasionalmente nella valle di La Orotava, ciò non è ancora accaduto.

L’inizio dell’incendio Le fiamme sono scoppiate dopo le 23:30 sui monti di Arafo, sviluppando diversi focolai, e hanno rapidamente raggiunto le zone elevate di Candelaria. Questo ha reso necessaria l’evacuazione di diversi centri abitati in questi due comuni situati nella parte meridionale dell’isola.

Come dichiarato nel pomeriggio di mercoledì dal governo delle Isole Canarie, i centri abitati coinvolti sono costituiti da residenze sparse e seconde case, il che spiega perché la maggior parte dei residenti non ha fatto uso dei due rifugi allestiti ad Arafo e Candelaria.


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