Il Governo respinge la tassa di soggiorno


Il Governo respinge la tassa di soggiorno

Il Ministro del Turismo del Governo delle Canarie ha nuovamente escluso la possibilità di introdurre la tassa di soggiorno nelle Isole. Mercoledì, il Ministro ha respinto l’idea della tassa sostenendo che essa rappresenterebbe un “saccheggio delle Canarie” perché “sostenibile solo per il Governo”, che la riscuote, la spende e la redistribuisce “all’interno del governo stesso”, senza alcuna finalità specifica.

Il Ministro ha inoltre dichiarato che “il turismo rende le Isole Canarie un posto migliore” e che, a volte, sembra che il dibattito non riguardi il turismo, ma piuttosto la “ricerca di voti” da parte dei residenti delle Canarie, facendo riferimento alle manifestazioni del 20 aprile. Nella sua argomentazione contro l’ecotassa, ha ribadito che “una tassa non ha una destinazione finalizzata” e che, se le tasse redistribuissero effettivamente la ricchezza, “i lavoratori autonomi sarebbero più ricchi dopo i 27 aumenti fiscali imposti dal governo centrale, ma chiaramente non lo sono”, ha sottolineato.

Jéssica de León ha evidenziato che i prezzi pubblici applicati in luoghi come Lanzarote sono un esempio di redistribuzione del reddito sul territorio per limitare l’impatto sulle aree naturali protette.

Non è la prima volta che i leader delle Canarie confondono il dibattito sulla tassa di soggiorno con la tariffazione per l’accesso agli spazi naturali. La presidente del Cabildo di Tenerife, Rosa Dávila, ha promosso il pagamento per l’accesso a Masca, chiamandolo “ecotassa”, sebbene si tratti di concetti diversi. La vera ecotassa o tassa di soggiorno è una tassa sui pernottamenti alberghieri, in cui l’hotel funge da intermediario, e generalmente questa tassa ha una destinazione finalizzata.

Anche se si discute di tasse per eliminare altre imposte, in passato il Governo delle Isole Canarie ha affermato che l’introduzione della tassa di soggiorno potrebbe disincentivare i turisti. Tuttavia, come spiegato dall’economista Carles Manera, “non c’è una correlazione diretta tra la riduzione dei turisti e l’introduzione della tassa, e gli avvertimenti delle associazioni imprenditoriali non riflettono la realtà delle regioni dove la tassa è stata introdotta ed è ancora in vigore”.


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