Clavijo insiste sulla costruzione come soluzione alla crisi immobiliare
Le Isole Canarie hanno registrato uno dei più significativi incrementi demografici tra le regioni spagnole negli ultimi anni, con un aumento di circa 500.000 residenti, portando la popolazione attuale a superare i 2,2 milioni. Questo incremento si è verificato in un contesto ambientale complesso e vulnerabile, dove quasi il 40% del territorio è soggetto a protezione. Nonostante l’assenza di interventi per limitare la crescita demografica, il governo delle Canarie ha scelto di rispondere alla scarsità di alloggi a prezzi accessibili attraverso un programma di nuove costruzioni, anche in aree rurali, per soddisfare la “domanda crescente.”
Questa strategia è stata confermata dal presidente regionale, Fernando Clavijo dopo un incontro con il ministro dei Lavori Pubblici, dell’Edilizia e della Mobilità, Pablo Rodríguez, e il presidente dell’Istituto Ufficiale di Credito (ICO), Manuel Illueca. L’obiettivo è discutere linee di finanziamento per accelerare la costruzione di alloggi a prezzi accessibili nel territorio insulare. Clavijo ha definito “prioritaria” l’esigenza di incrementare l’offerta abitativa e migliorare le condizioni di accesso, considerando una serie di misure per affrontare il problema abitativo.
Clavijo insiste sulla costruzione come soluzione alla crisi immobiliare
Quasi 6 miliardi di euro disponibili
“Per finanziare la costruzione di alloggi nelle Isole Canarie, sono disponibili 4 miliardi di euro dai fondi Next Generation e ulteriori 2 miliardi dal Ministero”, ha dichiarato Clavijo. A tal fine, l’ICO invierà una squadra alle Canarie e coordinerà incontri con sviluppatori immobiliari e associazioni imprenditoriali per definire i criteri di accesso al finanziamento.
Pablo Rodríguez ha sottolineato l’importanza della cooperazione con il settore privato, ritenendo cruciale che, oltre al contributo pubblico, questo settore partecipi alla creazione di alloggi a prezzi accessibili. “L’ICO”, ha aggiunto Rodríguez, “offre finanziamenti con condizioni più vantaggiose rispetto al mercato, facilitando la realizzazione di progetti di edilizia residenziale a canone calmierato.”
Il Decreto Immobiliare delle Canarie
A febbraio, il governo delle Isole Canarie ha varato un decreto in ambito edilizio, ampiamente apprezzato dai costruttori, ma criticato dai partiti di opposizione come una “svolta urbanistica” controversa. Il decreto prevede infatti un’espansione delle costruzioni, inclusa la conversione di locali commerciali in abitazioni e l’uso di terreni destinati originariamente a scuole, ospedali o parchi per edificare complessi residenziali. Gli esperti hanno osservato che il decreto presuppone che un aumento dell’offerta possa ridurre i prezzi, sebbene questa dinamica non sia sempre garantita in un mercato immobiliare altamente speculativo.
Inoltre, il decreto non introduce misure per prevenire speculazione e accaparramento immobiliare. Attualmente, circa 25.000 famiglie risultano in lista d’attesa per alloggi pubblici, oltre a molte altre che non riescono ad accedere al libero mercato. In febbraio, Rodríguez aveva dichiarato che il successo del decreto sarebbe stato valutato non tanto in base alla quantità di alloggi costruiti, quanto piuttosto sulla riduzione dei prezzi degli affitti. Tuttavia, Jordi González, sociologo dell’Università di Leeds e collaboratore dell’IDRA di Barcellona, esprime dubbi su questa possibilità, evidenziando che per influire realmente sul mercato immobiliare delle Canarie occorrerebbe una quota di edilizia pubblica tra il 30% e il 40% sul totale. Questo permetterebbe di ridurre la pressione sugli affitti e democratizzare l’accesso a una casa dignitosa, mentre attualmente il numero di alloggi sociali rappresenta meno dell’1% degli 820.000 edifici presenti nella regione. Secondo uno studio di Culmia, sarebbero necessari almeno 46.000 nuovi alloggi a canone agevolato per raggiungere l’obiettivo delineato dalle istituzioni locali.