Possono cacciarti da un appartamento condiviso?


Possono cacciarti da un appartamento condiviso?

L’aumento eccessivo dei prezzi degli affitti ha reso sempre più difficile sostenere il costo di un appartamento a livello individuale. Di conseguenza, condividere un’abitazione è diventata l’unica soluzione praticabile, indipendentemente dal profilo socioeconomico, sia che si tratti di studenti sia di persone anziane che non possono permettersi di coprire l’intero costo di un immobile. Tuttavia, anche questa soluzione non offre uno scenario ideale per gli inquilini.

Ma è possibile sfrattare un inquilino da un appartamento condiviso?

Per rispondere a questa domanda, è necessario chiarire il contesto in cui si manifesta l’esigenza di sfrattare un inquilino. Il contratto riguarda un singolo inquilino per la propria stanza o è un contratto congiunto in cui più persone sono indicate come co-inquilini?

Nel primo caso, ogni inquilino stipula un contratto separato con il proprietario e instaura un rapporto diretto con quest’ultimo. Se un inquilino non rispetta le condizioni del contratto, ad esempio non paga l’affitto della propria stanza nei tempi stabiliti, il proprietario può avviare una procedura di sfratto mirata, che non coinvolge gli altri abitanti della casa.

Questo tipo di locazione è regolato da un accordo tra le parti e, in via subordinata, dal Codice Civile. Non è obbligatorio che il contratto sia scritto; può anche essere verbale, anche se è fortemente consigliato formalizzare tutte le condizioni per iscritto, poiché tale documento costituisce la base legale in caso di controversie, mancato pagamento dell’affitto o violazione delle condizioni, come fumare, tenere animali domestici o subaffittare la stanza senza il consenso del proprietario. In assenza di un contratto scritto, è molto più difficile per il proprietario giustificare uno sfratto.

La Legge sulle Locazioni Urbane (LAU) specifica che un immobile deve rispondere al bisogno abitativo permanente dell’inquilino. Secondo quanto spiegato dalla piattaforma Idealista, “questo implica che, ad esempio, uno studente che affitta una stanza durante l’anno accademico non sarebbe considerato un inquilino ai sensi della LAU. Tuttavia, se qualcuno affitta una stanza come residenza permanente e vi si registra, potrebbe avere diritti tutelati dalla LAU”.

Nel caso di contratti congiunti, tutti gli inquilini sottoscrivono un unico contratto con il proprietario e sono solidalmente responsabili per le obbligazioni contratte. Hanno anche gli stessi diritti. Se uno degli inquilini viola il contratto, il proprietario potrebbe, teoricamente, richiedere lo sfratto di tutti i co-inquilini, anche se in pratica questo dipende dalle circostanze specifiche e dalla discrezione del proprietario, che generalmente tenterà di allontanare solo la persona inadempiente senza coinvolgere gli altri firmatari del contratto.


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