La BCE lascia i tassi al 4.5% e rinvia un primo taglio a giugno


La BCE lascia i tassi al 4.5% e rinvia un primo taglio a giugno

La BCE, come previsto, rimane in attesa, anche se riconosce la moderazione dell’inflazione e i danni provocati dalla propria politica monetaria restrittiva alle famiglie e alle imprese. La fine dell’austerità monetaria potrebbe iniziare a giugno, con un possibile primo taglio dei tassi di interesse.

Secondo le previsioni degli economisti della BCE, l’inflazione dovrebbe raggiungere in media il 2,3% nel 2024, vicino all’obiettivo teorico del 2%. Gli aumenti dei prezzi si sono già rallentati al 2,4% nel tasso interannuale di marzo. Tuttavia, nell’Eurozona, il rischio di recessione è elevato, con una domanda di credito diminuita più del previsto nel primo trimestre, soprattutto in Germania e in Francia.

Se confermati, questi dati potrebbero portare un sollievo per le famiglie e le società non finanziarie, specialmente quelle più piccole che non possono accedere a finanziamenti agevolati come le grandi imprese. Ciò potrebbe tradursi in un abbassamento del costo ufficiale. Tuttavia, il Consiglio direttivo della BCE sostiene di avere bisogno di ulteriori informazioni.

A partire da luglio 2022, l’istituto ha avviato un ciclo di aumenti dei tassi di interesse di riferimento nell’Eurozona, portandoli dallo 0% al 4,5% nell’autunno del 2023. Questa decisione è stata presa anche dalla Federal Reserve degli Stati Uniti (la Fed) poco prima, avviando anch’essa una politica monetaria restrittiva. Questa strategia mira a contrastare l’aumento dei prezzi riducendo la domanda e l’attività economica, senza considerare che la crisi inflazionistica ha origini nell’offerta di energia e altre materie prime.

Gli economisti progressisti criticano questa strategia definendola una politica del “lanciafiamme” o dell'”uccisione di mosche a colpi di cannone”, poiché danneggia l’economia nel suo complesso per risolvere problemi specifici legati all’approvvigionamento energetico e all’espansione dei profitti delle grandi imprese. Nel frattempo, le banche e il settore finanziario continuano a beneficiare degli aumenti dei tassi di interesse, aumentando i propri profitti.


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