Il curioso complimento che si capisce solo a Tenerife


Il curioso complimento che si capisce solo a Tenerife

La lingua di Tenerife: un patrimonio vivo di cultura e identità

In ogni regione del mondo esistono parole ed espressioni che custodiscono storie antiche, tramandate di bocca in bocca, di generazione in generazione. Sono frasi che raramente si trovano sui libri di grammatica, ma che risuonano con forza nella quotidianità, cariche di accento, identità e orgoglio. A Tenerife, questo fenomeno assume un significato particolarmente profondo: la lingua è lo specchio fedele della fusione culturale che caratterizza l’arcipelago, un crocevia tra Europa, Africa e America.

Un linguaggio forgiato dalla geografia e dalla storia

Lo spagnolo parlato a Tenerife non è semplicemente una variante regionale: è una lingua emotiva e carismatica, modellata da secoli di migrazioni, scambi commerciali e convivenze tra popoli diversi. La posizione strategica delle isole — a metà strada tra tre continenti — ha fatto sì che la loro parlata si arricchisse di influssi andalusi, portoghesi, guanci, latinoamericani, inglesi e arabi. Questo complesso mosaico linguistico ha dato vita a un idioma che conserva memoria, affetto e resilienza.

Il curioso complimento che si capisce solo a Tenerife: “Eres un puntal”

Tra le tante espressioni tipiche dell’arcipelago, ce n’è una che emerge per la sua carica emotiva e il suo valore sociale: “Eres un puntal”. Letteralmente traducibile come “sei un punto fermo” o “sei un pilastro”, questa frase è molto più di un semplice complimento. In tre parole si concentra un riconoscimento profondo: essere definiti un “puntal” significa essere visti come una persona forte, affidabile, essenziale. È un modo per esprimere gratitudine, stima e affetto verso chi si dimostra un sostegno costante nella vita quotidiana.

Frasi come “Ese chico es un puntal, siempre está ahí” oppure “Mi vecina me ayudó con todo, es un puntal” sono comunissime nel linguaggio quotidiano di Tenerife. In altri contesti della Spagna, una simile espressione potrebbe risultare ambigua o poco comprensibile, ma nelle isole è immediatamente riconoscibile e ricca di significato. Essa riflette un modo di intendere le relazioni umane basato sulla solidarietà, la generosità e il legame comunitario.

Radici linguistiche: tra Andalusia, Portogallo e Guanci

Le fondamenta linguistiche del dialetto canario affondano soprattutto nella parlata andalusa, in particolare quella dell’Andalusia occidentale. Tra le caratteristiche distintive si possono annoverare il seseo (ossia l’assenza di distinzione tra le consonanti “s” e “z”), l’uso preferenziale del pronome “ustedes” al posto del castigliano “vosotros”, e una pronuncia tendenzialmente dolce, musicale e ritmata. Questi tratti derivano dai coloni provenienti da Siviglia, Cadice e Huelva tra il XV e il XVI secolo, durante la fase di colonizzazione dell’arcipelago.

A questo nucleo andaluso si sono aggiunti numerosi apporti esterni. Il portoghese, ad esempio, ha lasciato tracce evidenti in molte parole di uso comune, risultato dell’influenza esercitata dal vicino Portogallo durante le prime fasi della conquista. Altrettanto significativi sono i residui linguistici dell’antico idioma guanche, oggi sopravvissuti nei toponimi e in alcune espressioni popolari.

Un ponte linguistico tra continenti

Nel corso dei secoli, Tenerife ha rappresentato un punto di transito privilegiato tra la Spagna e l’America Latina. Questo ruolo di ponte ha favorito uno scambio linguistico continuo e bilaterale, che ha lasciato un’impronta evidente sul lessico e sulla prosodia locali. Molte espressioni tipiche del canario si ritrovano anche in Cuba, Venezuela e altri paesi dell’America centrale e meridionale, a testimonianza di questa interconnessione storica.

Inoltre, i rapporti commerciali con il mondo anglosassone hanno introdotto una serie di anglicismi, mentre la vicinanza geografica e culturale con il Nord Africa ha permesso l’assorbimento di alcuni arabismi. Questi elementi, integrati in modo naturale, contribuiscono a mantenere vivo e dinamico il patrimonio linguistico dell’arcipelago.

Una lingua con memoria e futuro

La parlata di Tenerife non è solo un veicolo di comunicazione: è un archivio vivente della memoria collettiva, un laboratorio di identità e un elemento di coesione sociale. In essa si riflettono la storia coloniale, la mescolanza di popoli, la resilienza di una terra di frontiera. E in espressioni come “eres un puntal”, la lingua canaria trova una delle sue manifestazioni più autentiche: un modo di vivere il linguaggio con vicinanza, rispetto e affetto, trasformando le parole in legami umani.

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