E.commerce non conveniente a Tenerife


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l’e.commerce in crescita ovunque tranne che nelle isole Canarie, dove solo il poche delle imprese locali hanno un proprio sito web e solo 1.000 usano internet per vendere i loro prodotti e servizi, perché bizantine procedure doganali frenano gli acquisti dei residenti e anche le vendite all’estero da parte delle aziende locali.


Il 17/02/2016 Il governo delle Canarie elimina le tasse doganali per acquisti online inferiori a 150 euro

Questa è una notizia importante ed in buona parte smonta il resto dell’articolo, che resta valido per acquisti superiori a € 150,
la legge: http://www.gobiernodecanarias.org/noticias/h/69376/gobierno-canarias-elimina-tramites-aduaneros-compras-online-inferiores-150-euros


Commercio online a Tenerife è diventata quasi una parolaccia. In primo luogo, perché la stragrande maggioranza delle aziende, il 70%, stimano gli esperti, ha scelto di non vendere nell’Arcipelago per evitare i problemi e le conseguenze derivanti dall’avere un cliente incazzato. Troppi dei siti di vendita online hanno dovuto subire le proteste di ben più di un cliente canario, che ha cercato di rimproverarli se il prodotto acquistato è costato fino al 50% in più, e nessuno aveva detto loro niente. 

Tenendo conto che i “navigatori” continuano a crescere, raggiungendo il 69,9% della popolazione sopra i 15 anni, e la spesa media per acquirente si alza costantemente, la perdita di opportunità commerciali per le PMI Canarie è incalcolabile, oltre alla sensazione di abuso che hanno molti utenti che vogliono acquistare on-line e vedono assurdi rincari frutto delle procedure doganali.

Ma cosa succede esattamente quando un privato residente nelle isole Canarie vuole acquistare un prodotto online dal computer di casa? Prima di tutto va fatturato senza l’IVA dato che nell’Arcipelago c’è l’IGIC, molto più conveniente, 7% contro il 21%, il che è un vantaggio. Il problema nasce con la seconda fase: l’elaborazione del DUA (documento amministrativo unico) indispensabile per ricevere il pacchetto.

Questa procedura può essere fatta da soli, a zero spese, o tramite intermediari (agenti doganali) che si fanno pagare per la gestione. Ed è qui il problema, perché la gamma dei prezzi varia a seconda della società intermediaria (da 20 a 50 euro), il che incide direttamente sul prezzo del prodotto, che diventa più caro.

La Direzione Generale dei Tributi avverte che non può intervenire nella regolamentazione di tali tariffe e quindi consiglia il fai da te. Fonti del dipartimento tributario riconoscono che il processo può essere “complesso”, ma spiegano che nel sito dell’Agenzia Tributaria si può scaricare il modello 040, compilarlo e portarlo all’amministrazione, che darà la ricevuta di pagamento con cui si può recuperare il pacchetto. Questa è una soluzione valida e senza costi e che, per esempio, Poste e Telegrafi accettano gratuitamente.

Dalla Direzione Generale assicurano che stanno lavorando per facilitare questo processo e gestirlo in maniera telematica attraverso una sorta di dogana virtuale, che semplificherebbe e economizzerebbe il settore on-line nelle isole. Nel caso in cui una società voglia vendere o spedire un prodotto al di fuori delle isole, è necessario dimostrare questa uscita attraverso un DUA di esportazione senza pagamento di imposte.

In questo caso, la procedura è più semplice per le PMI o l’utente perché, se avete le firme elettroniche, vi è uno strumento sul sito web della Agenzia delle Entrate, dove è possibile presentare direttamente questo DUA, senza costi di trasformazione, solo di trasporto. Vi è, tuttavia, una “cattiva abitudine” degli intermediari che, oltre al pagamento per il trasporto, obbligano a pagare le spese per il trasferimento di documento.

Le Canarie, indicano dall’agenzia fiscale, hanno il vantaggio di avere il proprio regime economico e fiscale (REF), proprio per pagare meno tasse, ma c’è l’enorme problema degli intermediari, che si spera di risolvere con la creazione di una dogana virtuale che permetta ad ogni utente o azienda di gestirsi da soli.

L’Amministrazione vuol sottolineare di non aver l’intenzione di togliere il business a nessuno, ma dare una possibilità di scelta. Se c’è qualcuno che preferisce pagare perché il processo è molto complesso, potrà sempre rivolgersi agli agenti doganali.

A causa di questa problematica, un mercato di due milioni di persone, che vivono in territori isolati e frammentati, e dove l’e-commerce ha un significato speciale, vive quasi tagliato fuori dal mondo! Impossibile entrare in possesso di un cellulare di ultima generazione a prezzo stracciato, comprare una macchina fotografica o del materiale fotografico che qui nelle isole non è venduto, una maglietta della NBA che non si riesce a trovare in loco, una borsa di marca a prezzo d’occasione o un buon prosciutto spagnolo ad un costo “umano”.

Gli utenti di Internet si sentono puniti, e non solo i privati, ma anche le centinaia di aziende delle isole che si vedono sbarrata la possibilità di vendere all’estero per lo stesso motivo: la gestione delle procedure doganali. Il diritto doganale per l’esportazione in sé non è elevato, ma lo è la tariffa dell’agente doganale, fino a 18 euro, che, colpendo la merce che viene inviata all’estero, la rendono più costosa e ne ostacolano la capacità di competere.

E.commerce non conveniente a Tenerife Internet, un’opportunità

Internet può rivaleggiare con successo con il negozio fisico perché l’utente vede non solo il prodotto, ma anche chi lo vende (NdR grazie a passaparola, procedure di feedback e quant’altro). Vero che ci sono i problemi del DUA, ma le Canarie hanno tasse più basse, e ci sono molti prodotti che, se ci si specializza, possono essere molto competitivi all’estero.

Bisogna concentrarsi sulle opportunità, e il turismo è il caso più evidente della forte espansione del mercato online. La possibilità che i turisti acquistino il tuo pacchetto vacanze via Internet ha rappresentato, negli ultimi anni, una vera e propria miniera d’oro per tante aziende. In realtà, secondo la Camera di Commercio, i pacchetti turistici dinamici on-line rappresentano già il 33% di tutti i viaggi in Europa, un flusso di attività che ovviamente le Canarie non possono lasciarsi sfuggire.

D’altra parte qualche imprenditore ha dovuto abbandonare il suo business online per il gran numero di impedimenti e ostacoli da affrontare ogni giorno per esportare i suoi prodotti, in particolare se artigianali. E’ una grande frustrazione cercare di vendere al dettaglio on-line per poi incagliarsi nelle formalità doganali. Ci sono modi per pagare meno o schivare del tutto i pagamenti, come la creazione di una ditta in penisola e spedire i prodotti da lì, ma diventa un calvario per chi vuole iniziare in modo del tutto legale.

Franco Leonardi
Fonte: http://www.leggotenerife.com/3742/le-isole-canarie-vietate-per-il-commercio-elettronico/


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