La conclusione degli esperti sulle microalghe a Tenerife


La conclusione degli esperti sulle microalghe a Tenerife: “I canari dovranno imparare a convivere con le microalghe”
Gli affioramenti massicci di cianobatteri sulle coste delle Isole potrebbero continuare, visibilmente, fino ad ottobre

Il team scientifico composto da ricercatori dell’Istituto di Acquacoltura Sostenibile ed Ecosistemi Marini (Ecoaqua) dell’Università di Las Palmas de Gran Canaria, dell’Istituto di Scienze Matematiche (Icmat), del CSIC e della tecnologia aziendale Digital Earth Solutions (DES) ha condotto uno studio sul fenomeno delle microalghe nelle acque delle Isole Canarie, in particolare a Tenerife.

Questo studio è stato sviluppato per prevedere l’arrivo di massicci affioramenti di cianobatteri Trichodesmium sulle coste di Tenerife fino a 72 ore in anticipo, considerando il contesto del riscaldamento globale dell’Oceano Atlantico nella regione della Macaronesia.

Questo fenomeno è diventato più comune a causa del riscaldamento globale dell’Oceano Atlantico in Macaronesia, che ha portato a un aumento delle temperature in quest’area.

I canari dovranno “imparare a convivere” con le microalghe questa la conclusione degli esperti sulle microalghe a Tenerife , il cui arrivo massiccio sulle coste dell’arcipelago sarà sempre più comune a causa del riscaldamento globale dell’Oceano Atlantico nella regione della Macaronesia. Questa è una delle conclusioni di un team scientifico

Le microalghe Trichodesmium, cianobatteri tipici delle zone subtropicali e tropicali con temperature superiori ai 23 gradi Celsius, hanno un impatto sull’ambiente marino.

Sebbene non sia consigliabile fare il bagno in presenza di queste microalghe, la loro comparsa è positiva poiché contribuiscono a fissare l’anidride carbonica e ossigenare le acque, sostenendo la catena alimentare marina.

Per affrontare questa situazione, il professor Antonio González Ramos di Ecoaqua suggerisce di vietare la balneazione solo sulle spiagge o in settori dove compaiono le microalghe, simile all’approccio adottato per le meduse nelle acque costiere.

Lo studio si basa sull’analisi di immagini satellitari ad alta risoluzione provenienti dalla costellazione europea di satelliti Sentinel 2A e 2B del programma Copernicus. Queste immagini vengono elaborate per identificare la presenza dei cianobatteri e prevederne l’arrivo fino a 72 ore prima dell’evento effettivo.

Gli affioramenti di cianobatteri possono formare grandi “lamparones” o linee filamentose nelle acque circostanti, e il sistema sviluppato dai ricercatori è in grado di rilevarne l’evoluzione temporale, comprese eventuali fratture e suddivisioni delle forme originali.

Finora, l’arrivo massiccio di cianobatteri ha colpito molte spiagge su varie aree di Tenerife.

Questo metodo di previsione è stato precedentemente utilizzato per monitorare e prevedere anche altri eventi ambientali, come sversamenti di petrolio nelle acque portuali.

In termini biologici, il Trichodesmium è un fitoplancton diazotrofico che contribuisce alla fissazione dell’azoto e all’ossigenazione delle acque marine. La sua presenza è collegata alle condizioni termiche dell’acqua, influenzando la disponibilità di nitrati e l’ecologia delle altre forme di vita marina, inclusi altri tipi di alghe.

Quando le acque si raffreddano e si mescolano con quelle più profonde, il Trichodesmium favorisce il ritorno dei nitrati nelle acque superficiali, consentendo alle altre forme di vita marina di proliferare e contribuendo al sequestro di anidride carbonica nell’oceano e alla produzione di ossigeno.


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