Il commercio elettronico cresce del 37%


Il commercio elettronico cresce del 37%

Il fatturato cresce in un solo anno di quasi 900 milioni di euro, arrivando a 3.292. Il commercio elettronico ha un peso del 6,7% nell’economia generale

Nell’ultimo anno il settore del commercio elettronico ha sperimentato una notevole impennata, registrando un aumento del 37% nelle vendite, che hanno raggiunto la cifra di 3.292 milioni di euro. Tale incremento rappresenta un aumento di quasi 900 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Questi dati emergono dal recente Rapporto sul Commercio Elettronico nelle Isole Canarie 2022, pubblicato dall’Osservatorio Canario delle Telecomunicazioni e della Società dell’Informazione (OCTSI) questa settimana. È importante sottolineare che la crescita del fatturato dell’ultimo anno finanziario ha raddoppiato quella dell’anno precedente.

Questo aumento significativo ha portato il peso del commercio elettronico sul Prodotto Interno Lordo (PIL) dell’arcipelago al 6,71%, in netto aumento rispetto al 5,61% registrato l’anno precedente. Nel 2019, l’e-commerce rappresentava solo il 3,9% del PIL dell’isola, evidenziando un rapido cambiamento nel panorama economico. Attualmente, il suo contributo all’economia insulare è equiparabile a quello dell’industria.

A livello nazionale, il fatturato complessivo del commercio elettronico ammonta a 72.000 milioni di euro, con un peso sul PIL inferiore rispetto alle Isole Canarie, attestandosi al 5,35%.

Nonostante questo notevole incremento, le Isole Canarie si posizionano al di sotto della media nazionale per quanto riguarda la percentuale di popolazione che effettua acquisti online in modo regolare.

Attualmente, il 57,7% della popolazione delle Canarie ammette di aver fatto almeno un acquisto online nel corso dell’anno, rappresentando poco più di un milione di persone. Sebbene questo tasso sia aumentato dell’8,4% nell’ultimo anno, rimane comunque dieci punti percentuali al di sotto della media nazionale, che si attesta al 68,9%. Per quanto riguarda gli acquirenti più frequenti, che hanno effettuato almeno un acquisto online nei tre mesi precedenti, la percentuale nell’arcipelago si ferma al 43,8%, mentre a livello nazionale raggiunge il 56%.

Il rapporto OCTSI evidenzia anche che l’e-commerce nelle Isole Canarie è minato da alcune problematiche, come la presenza di uffici doganali e alcune pratiche dei corrieri associati, che comportano addebiti impropri e abusivi per le procedure di consegna. Questi fattori rendono l’esperienza di acquisto online nell’arcipelago meno soddisfacente rispetto al resto della Spagna. Il 63% degli abitanti delle isole ha riscontrato almeno un problema legato agli acquisti online, un dato che supera di 12 punti percentuali la media nazionale. Ciò ha portato a un minore utilizzo dell’e-commerce per l’acquisto di diverse categorie di prodotti fisici e a tassi di acquisto inferiori.

Ad esempio, mentre a livello nazionale il 98% degli acquirenti online ha acquistato prodotti fisici, nelle isole questa percentuale si riduce al 94%.

I canari preferiscono i venditori al di fuori dell’Unione Europea

Nelle Isole Canarie, così come nella Penisola, gli acquirenti di e-commerce mostrano una preferenza per i venditori nazionali, sebbene in misura minore. Mentre tra i residenti della penisola la preferenza per le imprese nazionali raggiunge il 94%, nelle isole questa percentuale si attesta al 77,5%. Inoltre, gli abitanti delle Canarie tendono a scegliere i venditori extra-UE in misura maggiore rispetto ai loro omologhi continentali, con il 47% degli acquirenti isolani che optano per prodotti provenienti da fuori dall’Unione Europea, rispetto al 30% dei consumatori della Penisola. Tuttavia, per quanto riguarda i venditori UE, i residenti delle Canarie mostrano una preferenza leggermente superiore rispetto a quelli della Penisola, con il 34,5% degli internauti isolani che preferiscono i prodotti provenienti dall’Unione Europea, rispetto al 32,2% che preferisce i venditori nazionali. Negli ultimi dodici mesi, si è assistito a una diminuzione degli acquisti nazionali alle Isole Canarie, accompagnata da un aumento della percentuale di acquisti provenienti dai paesi dell’Unione Europea e extra-UE.


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