Sanità rende più flessibile l’uso obbligatorio delle mascherine


Sanità rende più flessibile l’uso obbligatorio delle mascherine

Il Ministero della Salute ha invertito la sua decisione annunciando che, sebbene l’uso delle mascherine è diventato obbligatorio negli ospedali e nei centri sanitari, in quelle comunità con dati in diminuzione nelle ultime due settimane, questa misura potrebbe trasformarsi da obbligo a raccomandazione. La Ministra della Salute, Mónica García, ha dichiarato durante una conferenza stampa, iniziata con un ritardo di 40 minuti, che la decisione è stata presa dopo aver concesso alle comunità un periodo di 48 ore per presentare controproposte al rifiuto di alcune regioni di implementare l’obbligo.

La disposizione entrerà in vigore immediatamente negli ospedali e negli ambulatori, mentre negli altri ambienti sanitari come farmacie o centri socio-sanitari, sarà considerata una raccomandazione. La Ministra ha riconosciuto che l’incidenza attuale è simile a quella pre-pandemia. Ha inoltre sottolineato che, attraverso il dialogo con le comunità, si è raggiunto un compromesso che mira a migliorare la vita delle persone. La Ministra ha affermato che l’obbligo sarà revocato quando si osserverà una situazione epidemiologica comune, senza fornire dettagli sulle soglie quantitative, ma sottolineando la presenza di una soglia qualitativa per il declino della curva.

Fino a questo momento, solo sei comunità autonome (Catalogna, Comunità Valenciana, Aragona, Murcia, Isole Canarie e Asturie) avevano acconsentito all’obbligo dell’utilizzo delle mascherine nei centri sanitari. Pertanto, il Governo ha implementato a partire da oggi l’obbligo delle mascherine per conferire “copertura legale” a tali disposizioni, in conformità con l’articolo 65 della legge sulla coesione e qualità del Sistema Sanitario Nazionale. Tuttavia, è stata introdotta una flessibilità per coloro che, dopo due settimane consecutive con dati epidemiologici in diminuzione, potrebbero scegliere di trasformare l’obbligo in una raccomandazione, se lo desiderano.

Il Ministero chiarisce che coloro che soddisfano il criterio sopra menzionato e desiderano mantenere l’obbligo, in base all’analisi dei loro dati, potranno farlo durante il periodo di validità della Dichiarazione di Azioni Coordinate. Si sottolinea l’importanza delle misure igieniche, come coprirsi la bocca quando si tossisce o lavarsi frequentemente le mani. Inoltre, viene enfatizzata la necessità di una “corretta ventilazione” degli ambienti chiusi, ritenuta una misura molto efficace nel ridurre il rischio di trasmissione di infezioni respiratorie.

Sanità rende più flessibile l’uso obbligatorio delle mascherine
Raccomandazione nelle farmacie e nelle residenze

Da parte sua, negli ospedali e nelle farmacie, l’uso delle mascherine è solo una raccomandazione. «I centri residenziali per anziani e persone con disabilità sono gli ambienti dove vivono le persone più vulnerabili. Sebbene l’uso universale delle mascherine non sia raccomandato per prendersi cura del benessere fisico ed emotivo degli anziani, si ritiene necessario adottare ulteriori precauzioni per proteggere i residenti ed evitare focolai, soprattutto in situazioni di elevata circolazione di virus respiratori come quello che stiamo vivendo in questo momento”, insistono.

In questo senso sottolineano che “deve essere garantita la fornitura e l’uso di mascherine per il personale che assiste persone con sintomi compatibili con infezione respiratoria acuta e per le persone che presentano sintomi”.

È incostituzionale?

La decisione sull’obbligo dell’uso delle mascherine negli ospedali e negli ambulatori suscita dibattiti tra gli esperti di diritto sanitario. Dal punto di vista legale, l’avvocato e direttore dello studio Lacaci & Lacaci Abogados, Carlos Lacacci, spiega che l’presunto obbligo dell’uso delle mascherine, mediante l’articolo 65 della legge sulla coesione e qualità del Sistema Sanitario Nazionale, potrebbe essere in contrasto con la Costituzione spagnola. Lacacci sottolinea che tale imposizione creerebbe un obbligo per i cittadini di fornire un servizio personale obbligatorio (indossare la mascherina), di natura patrimoniale e pubblica.

L’avvocato specializzato in diritto sanitario Esteban Gómez Rovira condivide questa prospettiva, definendo la decisione “arbitraria”. Sottolinea l’assenza di dati oggettivi per dichiarare l’allarme sanitario, un concetto giuridico indeterminato nel diritto. Gómez Rovira enfatizza che, sebbene la discrezione sia garantita, l’arbitrarietà è vietata dall’articolo 9 della Costituzione.

Il giurista afferma che si tratta di una “restrizione illegale” che viola lo stato autonomo, aggiungendo che la decisione può essere impugnata dalle comunità o da qualsiasi persona multata per non aver indossato una mascherina in un centro di assistenza primaria o un ospedale, sostenendo l’assenza di giustificazioni.


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