Ascav porta il registro unico per le VV alla Corte Suprema
L’Associazione Canaria per la Vivienda Vacacional (Ascav) ha presentato un ricorso alla Corte Suprema contro il Regio Decreto 1312/2024, del 23 dicembre, che istituisce il Registro Unico degli Affitti e crea lo Sportello Unico Digitale delle Locazioni per la raccolta e lo scambio di dati relativi agli affitti di alloggi a breve termine.
Secondo l’associazione, il registro introdotto dal governo spagnolo è “contrario” al regolamento 2024/1028 dell’Unione Europea, in quanto impone una duplicazione dei registri per le case turistiche, una pratica espressamente vietata dal regolamento europeo. Ascav evidenzia che le case turistiche sono già registrate presso i corrispondenti registri regionali e che obbligarle a un’ulteriore registrazione, in questo caso presso il Registro Unico, costituisce una violazione diretta delle norme comunitarie, che prevalgono su quelle nazionali.
L’associazione sottolinea inoltre che il Regio Decreto è in contrasto con la Costituzione spagnola, in quanto attribuisce al Governo centrale competenze che spettano invece alle comunità autonome, le quali sono responsabili della regolamentazione e della verifica delle strutture ricettive turistiche. In particolare, Ascav critica il sistema creato dal Governo che delega la verifica delle case turistiche ai registri immobiliari, dipendenti dal Ministero della Giustizia, violando così le competenze esclusive delle comunità autonome.
Alla luce della gravità della situazione e del “danno irreparabile” che il Regio Decreto potrebbe causare al settore delle locazioni turistiche, con un impatto economico significativo su scala nazionale, l’associazione ha richiesto alla Corte Suprema l’adozione di una sospensione cautelare della norma fino alla decisione definitiva.
Parallelamente, Ascav ha presentato una denuncia formale alla Commissione Europea, accusando il governo spagnolo di violazione della normativa comunitaria. Secondo l’associazione, qualora la denuncia fosse accolta, la Spagna potrebbe essere sottoposta a un’ispezione, al termine della quale, se la situazione non fosse risolta, potrebbe incorrere in sanzioni finanziarie.